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Frattura del Trochite Omerale

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Indice dei contenuti

Anatomia della spalla

Il trochite omerale è una sorta di escrescenza ossea che si trova nella parte superiore dell’omero, l’osso che insieme alla scapole e alla clavicola forma il complesso della spalla; anatomicamente viene chiamato anche grande tuberosità dell’omero.

Anatomia omeroIl trochite permette l’inserzione di alcuni muscoli della cuffia dei rotatori molto importanti per il movimento rotatorio della spalla: il Sovraspinoso, il Sottospinoso e il Piccolo rotondo.

Questi muscoli, insieme al muscolo Sottoscapolare (che si inserisce sul Trochine, cioè la piccola tuberosità dell’omero), sono estremamente importanti non solo per permette il movimento della spalla, ma anche di stabilizzare e mantenere in sede la testa dell’omero all’interno della glena, cioè la fossa della scapola che accoglie la testa omerale.

Le cause frequenti

Essendo un punto molto importante e vitale per il movimento della spalla, il trochite omerale risulta essere spesso coinvolto in alcuni “problemi” che coinvolgono quest’articolazione.
Un esempio chiaro è la frattura del trochite omerale che può, in base all’età del paziente e al tipo di trauma, inficiare prepotentemente nella qualità di vita del paziente.

frattura trochite 3d

É bene eseguire una distinzione nelle frattura del trochite omerale: nei casi di pazienti giovani, questo tipo di frattura avviene spesso per un trauma come una caduta ad alta energia (caduta da una moto o durante un’attività sportiva) oppure a bassa energia dove c’è una concausa come l’osteoporosi .

Nel primo caso il trauma risulta essere diretto contro una superficie dura che impatta con la parte superiore della spalla; in questo caso l’energia si trasmette generando spesso non solo una frattura del trochite omerale, bensì anche della testa omerale.

A complicare inoltre questo può esserci anche un coinvolgimento della cuffia dei rotatori: se c’è un’avulsione cioè un distacco completo del trochite dalla spalla, anche il punto di inserzione dei vari muscoli della cuffia viene a mancare, generando anche un problema di stabilità intrinseca del complesso articolare.

Nei casi invece legati a traumi nell’anziano, dove è presente anche una componente osteoporotica, le fratture possono avvenire anche con traumi a bassa energia come una caduta a terra o con un movimento brusco della spalla. In questo tipo di lesione è più frequente che la frattura sia composta, cioè le rime di frattura sono allineate.

I tipi di frattura

frattura del trochite omerale

In ortopedia è possibile eseguire una distinzione dei tipi di frattura del trochite omerale:

  • Frattura con Avulsione: in questo caso il trauma ha determinato un distacco del trochite omerale che si distacca dal resto dell’osso; questo tipo di frattura genera solo di questa escrescenza ossea. Può esser presente un danno alla cuffia dei rotatori.
  • Frattura con Depressionenon avviene un distaccamento del trochite, bensì un appiattimento dell’escrescenza ossea entrando all’interno della corticale dell’osso.
  • Frattura con Split: Questa è la condizione più grave, in quanto non c’è il distacco del solo trochite, bensì anche delle strutture sottostanti fino alla cresta della grande tuberosità.

I sintomi

Dopo una caduta od un trauma, sono presenti alcuni sintomi caratteristici molto chiari:

  • ecchimosi frattura spallaDolore: il dolore nel paziente che ha avuto un trauma al trochite omerale è molto elevato. In una scala da 1 a 10 (chiamata scala VAS) il dolore si attesta intorno all’8-9. Frequenti sono gli svenimenti a causa della grande sofferenza.
  • Impossibilità nel movimento: qualsiasi movimento risulta essere impossibile a causa del dolore percepito. Generalmente il paziente tende a tenere l’arto superiore accanto al braccio, in quanto qualsiasi movimento di apertura risulta essere pressochè impossibile.
  • Gonfiore: a causa del trauma, il corpo reagisce attraverso un gonfiore della parte che risulta essere dolente anche alla palpazione.
  • Ecchimosi: non è raro trovare nei pazienti che hanno avuto un trauma importante alla spalla con conseguente lesione ossea, un versamento ematico dovuto alla rottura di capillari a causa dell’impatto. Anche la frattura del trochite omerale può portare ad un possibile versamento ben visibile nella spalla.
  • Lesione nervosa/arteriosa: nelle lesioni “pure” da rottura del grande tubercolo dell’omero, questi eventi sono pressochè impossibili; nelle lesioni complesse come le fratture da scoppio (impatto ad altissima velocità) può avvenire anche una lesione combinata con la testa dell’omero e possono avvenire delle complicanze come la Necrosi. Gli eventi che interessano il sistema nervoso sono rari, però come nelle lesioni vascolari, nelle lesioni complesse può avvenire uno stupor/lesione ad un tronco o ad un fascio nervoso.

Come diagnosticarlo

Per eseguire una corretta diagnosi di una sospetta lesione ossea si utilizza come indagine radiografica la classica Radiografia: attraverso questo esame è possibile monitorare con efficacia se c’è stata una qualche avulsione o rima di frattura che risulta ben evidente con questo tipo di frattura.

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Nel caso in cui si volesse esaminare lo stato di salute e il possibile coinvolgimento della cuffia dei rotatori, è buona norma invece eseguire una risonanza magnetica, capace di indagare i tessuti molli e vedere l’ eventuale distacco di uno o più tendini dalla sede di inserzione.
Nelle lesioni complesse che coinvolgono tutta l’articolazione della spalla, nei casi in cui il trattamento chirurgico risulta essere necessario, il medico ortopedico può richiedere una TAC per esaminare nei vari piani di scansione la condizione della spalla e avere anche una possibile, con i macchinari di ultima generazione, ricostruzione in tre dimensioni della situazione e avere il quadro ben chiaro prima di operare il complesso articolare della spalla.

Tipologie di trattamento

Come abbiamo già spiegato prima, il trattamento che il medico ortopedico deve scegliere è secondario ad un indagine sia radiologica sia palpatoria, andando a richiedere nel caso il paziente riesca, qualche movimento e a palpare le zone che evocano dolore.

É possibile suddividere il tipo di trattamento in due tipologie di approccio:

  • Trattamento chirurgico
  • Trattamento conservatico

Trattamento chirurgico

Nel caso di una frattura scomposta che necessita di un ancoraggio o l’utilizzo di una placca, il medico ortopedico può scegliere se eseguire l’intervento o tramite l’accesso via artroscopia, che rende più semplice poi il trattamento fisioterapico di recupero, oppure l’apertura vera e propria dell’articolazione tramite taglio chirurgico.
La scelta poi del tipo di approccio varia da medico a medico e in base alla condizione del paziente: l’intervento può spaziare da un ancoraggio con delle suture che tendono il trochite lesionato in sede, oppure nei casi più gravi si può scegliere di utilizzare una placca metallica con/senza viti.

Nel video quì sopra potete vedere il caso di una paziente operata per via artroscopica di frattura del trochite omerale.

Dopo l’operazione chirurgica, generalmente segue un periodo di immobilizzazione e un precoce inizio di fisioterapia, la quale deve recuperare inizialmente il movimento della spalla senza alcun tipo di attivazione muscolare e, una volta concordato con il medico ortopedico che ha eseguito l’operazione, si passa al recupero motorio del complesso scapolo-omerale.

Trattamento conservativo

Quando il medico prescrive un trattamento con immobilizzazione della spalla, generalmente valuta sia la condizione propria della frattura sia il rapporto costi/benefici per il paziente. Nei casi in cui si abbia una persona anziana con altre patologie concomitanti, generalmente si sceglie un trattamento conservativo per non rischiare qualche altra complicanza.

Fortunatamente l’80% delle fratture che avvengono a livello del trochite omerale risultano essere composte, quindi dopo un periodo di immobilizzazione attraverso l’utilizzo durante l’arco della giornata di un tutore DESAULT, si può procedere alla fisioterapia dopo controllo radiografico.

Frattura trochite omerale e Fisioterapia

Dopo un problema occorso al trochite omerale il rapporto Ortopedico-Fisioterapista è fondamentale per recuperare efficacemente la motilità dell’arto del paziente: la fisioterapia va eseguita da uno specialista dell’ambito ortopedico in tandem con le indicazioni del chirurgo che ha messo mano a quella frattura/lesione.

fisioterapia spallaIl primo periodo dopo una frattura, sia che essa sia stata trattata chirurgicamente sia conservativamente, è importante perchè permette al paziente di recuperare il movimento passivo: per passivo si intende il movimento completo senza alcuna attivazione muscolare.
Questo movimento senza contrazioni muscolari è importante in quanto è necessario recuperare innanzitutto il movimento articolare e cercare di riallungare tutti i tessuti molli che sono stati toccati /retratti durante il periodo di immobilizzazione.

Successivamente inizia il recupero articolare attivo: in questa fase il tono muscolare deve essere recuperato gradadamente cercando di avanzare nel movimento giorno dopo giorno, correggendo eventuali squilibri e compensi che il paziente adotta.

Si può ricorrere a numerosi strumenti come bande elastiche, pesi, corde e altri strumenti per recuperare tono muscolare, movimento e coordinazione.

Molto spesso in queste situazioni è necessario eseguire anche una sorta di riequilibrio della muscolatura: infatti si assiste molto spesso ad un aumento del tono (da non confondere però con la forza) di alcuni gruppi e un importante indebolimento di altri; per questo motivo è necessario abbassare i gruppi muscolari che potrebbero portare ad un recupero anomalo e viziato della spalla ed incentivare i muscoli indeboliti a recuperare la propria tonicità.

Per recuperare bene questo squilibrio muscolare può essere valido approcciarsi con la Fibrolisi meccanica: questo approccio con dei ganci soft favorisce il release della muscolatura e permette ai piani di scorrimento della fascia muscolare di scorrere in maniera corretta senza creare fastidi al paziente.

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Altro concetto molto importante da inserire all’interno di un programma riabilitativo di questo genere è anche l’applicazione di alcune tecniche riabilitative come il concetto Mulligan per eseguire un riposizionamento articolare istantaneo e velocizzare in maniera eccellente il percorso di movimento: questa tecnica si basa su di un lavoro manuale combinato con l’attivazione muscolare del distretto. In questo modo il cervello recupera molto in fretta il corretto movimento da far eseguire ai muscoli rendendo quindi il trattamento indolore e molto ben tollerato da parte del paziente.

In un ultima fase è fondamentale recuperare l’abilità Gesto-sportiva e la propriocezione.

Ma cosa si intende propriocezione?

La propriocezione è l’abilità complessa del sistema muscolo-scheletrico e neurologico di muovere adeguatamente un arto o il corpo all’interno dello spazio, avendo coscienza del movimento stesso.
Numerosi sono gli esercizi che possono esser proposti ai vari pazienti per recuperare la completa autonomia e rendere efficace il ritorno sia alle attività sportive sia a poter eseguire con comodità e senza dolore le normali attività di vita quotidiane.

Riguardo Daniel Di Segni
Daniel Di Segni
Nel mio Studio “Cervicale e Vertigini” di Roma, investo moltissime risorse economiche e professionali per permettere al paziente di avere una fisioterapia di qualità ed individuare il miglior percorso riabilitativo per la singola esigenza e situazione del paziente riducendo quindi il numero delle sedute fisioterapiche.

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