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Dolore Osso Sacro

osso sacro
Indice dei contenuti

Anatomia e biomeccanica

Quando si parla di problematica relativa all’osso sacro, è fondamentale partire non solo dall’anatomia ma anche capire come questo osso si relaziona con le altre ossa e con i relativi muscoli.

osso sacro anatomia
Anatomia e conformazione dell’osso sacro

Questo osso è localizzato al di sotto delle vertebre lombari ed ha una forma a piramide con base quadrata; è formato dalla fusione di 5 vertebre (appunto chiamate vertebre sacrali). Molto importanti sono le superfici articolari che ha questo osso in quanto presenta al di sopra una superficie articolare con la 5a vertebra lombare (zona che spesso è soggetta a varie forme di discopatie) mentre lateralmente si relaziona da entrambi i lati con l’osso iliaco attraverso una superficie liscia. In questo modo si viene ad individuare l’articolazione sacroiliaca rendendo quindi di fatto il bacino il punto di contatto tra la pelvi e gli arti inferiori.

Posteriormente alla superficie con cui si relaziona con l’ultima vertebra lombare, esiste il canale sacrale cioè uno spazio entro cui passa la parte terminale del canale vertebrale da cui si dipartono poi i vari nervi che passano poi all’interno di alcuni fori (fori sacrali) che si dirigono verso gli arti inferiori e verso la pelvi (alcuni di questi fasci nervosi formano il nervo sciatico). Molto importante risultano essere proprio le superfici articolari del sacro: infatti l’articolazione sacroiliaca rappresenta un punto nodale di passaggio delle tensioni e della distribuzione delle forze provenienti dall’alto e dall’arto inferiore.

Inferiormente il sacro si relaziona con il coccige dando origine all’articolazione sacro-coccigea.
Muscolarmente invece il sacro fornisce l’inserzione di alcuni muscoli molto importanti come il muscolo multifido (muscolo stabilizzatore ed erettore della colonna), muscolo piriforme (spesso implicato in fenomeni come quella che è chiamata sciatalgia falsa) e il muscolo sacro-spinale (anch’esso muscolo erettore della colonna e che partecipa nel mantenimento dell’estensione del rachide).

Sacro e vertebre lombari

Mi piace soffermarmi sul punto di contatto tra il sacro e le vertebre lombari perchè spesso questa zona è implicata nel dolore osso sacro. Partiamo con il presupposto che è pressoché impossibile eliminare il sacro dall’analisi del movimento delle vertebre lombari in quanto i rapporti non solo articolari sono molto intimi e molto legati.

meccanismo spondilolistesi l5-s1
Angoli tra le superfici di contatto del sacro con la quinta vertebra lombare

Come abbiamo detto prima, il sacro si relaziona con l’ultima delle vertebre lombari attraverso quella che viene chiamata la “cerniera lombo-sacrale” e che ha una grande importanza nella gestione dei carichi e dei pesi sopportati dall’individuo: infatti in questa zona c’è una grande punto di raccordo tra il carico che proviene dall’alto (dal tronco e dal peso tra nelle braccia) ma anche quello che proviene dal basso (le varie forze che si generano attraverso il contatto con il suolo).

Questa zona è strettamente soggetta a fenomeni come ernie o protrusioni discali in quanto la base del sacro è naturalmente inclinata anteriormente e verso il basso, generando un angolo di circa 40° (chiamato proprio angolo sacro-orizzontale) con la superficie di contatto con la vertebra lombare.
Succede però che il carico proveniente dal peso del busto crea una forza di taglio e contemporaneamente una compressione verso il basso diretta verso la superficie superiore del sacro.

Succede quindi che la zona compresa tra il sacro e le vertebre lombari è molto compressa e soggetta ad una forte tensione: fortunatamente però ci sono delle strutture che resistono a questa forza compressiva che limitano lo slittamento delle vertebre lombari rispetto al sacro.

Oltre ai tessuti connettivi che svolgono quest’azione stabilizzatrice, la superficie di inclinazione delle faccette articolari della quinta vertebra lombare ha anch’essa una funzione di resistere alla forza di taglio a cui è sottoposta questa zona: quando però esiste un’inadeguata stabilizzazione, nel corso del tempo nella regione lombare possono avvenire condizioni come uno slittamento della quinta vertebra lombare rispetto al sacro andando a delineare un quadro di Spondilolistesi.

Osso sacro sporgente

Spesso sento molti miei pazienti che lamentano di avere una sporgenza o di avere proprio l’osso sacro posizionato in maniera anomala. Questo concetto non è sempre errato in quanto il sacro è un osso che è molto importante in quanto accompagna il movimento sia delle vertebre lombari sia dell’articolazione sacroiliaca: infatti durante i vari tipi di movimento è possibile individuare due movimenti che il sacro esegue per accomodare e per gestire meglio le pressioni che provengono dall’alto o dal basso. Il sacro quindi compie due movimenti:

  • Movimento di nutazione: in questo tipo di movimento il sacro esegue una manovra di spostamento in basso e in avanti del proprio promontorio andando a fare una sorta di “inchino”.
  • Movimento di contronutazione: esegue il movimento opposto cioè esegue una traslazione verso l’alto e verso l’indietro come se volesse “tirarsi su”.

Per comprendere meglio i movimenti sacrali vi posto un interessante video dove è possibile capire perfettamente cosa si intende per movimento sacrale.

Logicamente quando si dice che si ha il sacro sporgente deve essere accompagnato da alcuni reperti radiografici (come vedremo successivamente) e dalla valutazione anamnestica e posturale che deve sempre accompagnare qualsiasi tipo di trattamento fisioterapico e non.

Le cause

Varie sono le cause che portano ad un dolore osso sacro. Se noi pensiamo all’importanza del sacro e di quale ruolo fondamentale giochi all’interno degli equilibri motori dell’interno corpo umano, è facile capire come sia facile che le articolazioni del sacro vadano in disfunzione e possano portare disturbi.
Andiamo quindi a spiegare in maniera completa quali possono essere i disturbi che portano ad un dolore al sacro.

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Infiammazione della sacroiliaca

Quando si parla di questa articolazione, la relativa infiammazione viene chiamata sacroileite: questo tipo di infiammazione coinvolge proprio la parte articolare del sacro che è chiamata Faccetta auricolare dell’ala sacrale e la faccetta auricolare dell’ileo. Questo punto di contatto è fondamentale in quanto mette in relazione gli arti inferiori ed il bacino con la colonna, permettendo inoltre una completa distribuzione dei carichi e delle tensioni che si generano durante i movimenti.

infiammazione osso sacro
Area di distribuzione del dolore proveniente dalla sacroileite

Questo tipo di infiammazione è tipica delle persone che passano tante ore sedute in una posizione errata ed hanno un dolore localizzato proprio a livello dell’attaccatura del sacro con l’osso iliaco: questo tipo di disturbo spesso è accompagnato da un errato posizionamento delle superfici articolari che genera una continua irritazione dei recettori del dolore con l’invio di un segnale algico al cervello.

Spesso compare durante l’esecuzione di un movimento errato in maniera improvvisa oppure dopo un posizionamento errato prolungato nelle ore della giornata che può portare ad un infiammazione della sacroiliaca.

L’infiammazione dell’articolazione sacroliaca può generare un importante dolore che si estende dalla colonna lombare, scendere giù per il gluteo fino alla coscia arrivando talvolta anche posteriormente al ginocchio, mimando anche un problema di sciatica che però ha un suo inquadramento diagnostico ed eziologico differente.

Non è raro infatti riscontrare in questi pazienti una sensazione di disallineamento della zona, proprio come se si avesse un bacino non proprio allineato.

Sclerosi delle superfici articolari

dolore osso sacro

Quando si parla di un problema relativo al sacro, purtroppo c’è da menzionare una condizione di deterioramento delle superfici articolari che vanno incontro ad una degenerazione dei tessuti, andando a determinare una sclerosi.

Per sclerosi infatti si intende un’ispessimento dell’osso e delle componente articolare che genera non solo nuova deposizione di cellule fibrotiche e cambiando proprio al conformazione delle ossa. Infatti non solo c’è un cambiamento del colore dell’osso (in questo caso in corrispondenza o delle articolazioni sacroiliache oppure a livello della giunzione lombosacrale) che diventa simile all’avorio, ma anche la qualità del tessuto si modifica rendendolo più duro e meno adatto alla composizione articolare.

Generalmente questo tipo di disturbo viene a verificarsi dopo che avvengono una serie di condizioni di infiammazione che generano quindi una deposizione di cellule immunitarie e infiammatorie nell’articolazione che, nel lungo periodo, modificano proprio i tessuti. Radiograficamente si può vedere molto bene attraverso una semplice RX dell’immagine per scoprire la presenza di una sorta di addensamento osso in corrispondenza dell’articolazione.

C’è un concetto però importante da valutare e da tener presente: gli ultimi studi scientifici hanno evidenziato come nella popolazione adulta (oltre i 50 anni) è molto frequente trovare un’articolazione sacroiliaca che è completamente saldata, la quale però non dà particolari problemi al paziente; forse è per questo motivo che giungono sempre più pazienti però che soffrono di mal di schiena e di problematiche lombari.

Disfunzione del coccige

Come abbiamo detto precedentemente nella parte relativa all’anatomia, inferiormente il sacro si relazione con il coccige attraverso l’articolazione sacro-coccigea. Quest’articolazione è molto importante in quanto è formata dal coccige che è un osso piccolo a forma triangolare  composto dalla fusione di 4 vertebre e, nel punto in cui si relaziona con il sacro, presenta un disco fibrocartilagineo.
Generalmente nei giovani è possibile riscontrare una piccola mobilità del coccige rispetto all’osso sacrale, mentre andando avanti con l’età si assiste sempre più ad una fusione dell’articolazione.

coccige infiammato
posizione del complesso sacro-coccigeo in piedi e da seduto

Non è raro però trovare una disfunzione a carico del coccige che si trova in un’errata posizione e che genera dolore. Infatti a causa di una caduta il coccige può sublussarsi andando quindi ad alterare la biomeccanica con il sacro: radiograficamente (ma anche attraverso un’attenta valutazione posturale e palpatoria) è possibile riscontrare una condizione chiamata proprio orizzontalizzazione del coccige.

Questa condizione determina non solo un rapporto alterato con il sacro, che cercherà di accomodare la disfunzione attraverso un cambiamento dei rapporti articolari con le vertebre lombari, ma anche i legamenti molto forti che ci sono nella zona coccigea saranno tesi e stirati, inviando quindi un importante dolore sia in zona sacrale e lombare ma anche di indolensimento generale della parte.

Molti mal di schiena infatti vanno ricercati in una disfunzione sia dei tessuti molli intorno al coccige, sia attraverso un angolo di incidenza nel quale questo complesso articolare si trova sia durante la posizione eretta sia durante la posizione seduta. É fondamentale quindi prendere coscienza di un possibile trauma al coccige in quanto a questo livello giunge la parte terminale delle meningi e da cui dipartono alcuni muscoli che innervano non solo il pavimento pelvico per quanto riguarda la sensibilità, ma anche la motricità dei muscoli della zona anale e vaginale.

Dolore di origine viscerale

organi viscerali

Quando mi trovo a trattare questo genere di dolore osso sacro è fondamentale sia durante l’anamnesi sia durante la valutazione andare ad indagare se sono presenti dei disturbi di origine viscerale. Gli organi nell’addome subiscono l’influenza da parte del diaframma che esercita su ognuno di essi un influenza sotto l’ottica del movimento andando anche a premere sul pavimento pelvico.

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Infatti ogni organo è avvolto da una sorta di foglietto connettivale che, durante la respirazione, determina una sorta di movimento dei vari organi in una determinata direzione. Non è raro riscontrare però che alcuni organi possano presentare una sorta di “alterazione del movimento” in quanto congestionati proprio a livello della fascia che li avvolge.

Per questo motivo è possibile utilizzare una terapia manuale viscerale che permette non solo la palpazione e l’ascolto dei vari visceri se sono in disfunzione oppure no, ma anche correggere questa sorta di traiettoria.
Com’è ovvio che sia, non è possibile intervenire internamente o biologicamente sul singolo organo in modo da modificare i suoi processi interni, ma eseguire un approccio di questo foglietto connettivale che lo avvolge, determina anche un informazione correttiva ai singoli organi inducendoli anche a lavorare meglio.

Per quanto riguarda il dolore osso sacro è facile comunque riscontrare una correlazione dei disturbi in zona sacrale con alterazioni di movimento di alcuni organi: infatti spesso sia il trattamento di queste logge fasciali può portare ad un grande miglioramento della sintomatologia dolorosa:

  • Quadro duodeno-pancreatico
  • Trattamento del mesentere
  • Logge renali
  • Trattamento del colon seguendo ogni suo tratto
  • Trattamento della zona uterina e vescicale (soprattutto nelle donne)

Questo tipo di trattamento trova la sua specificità proprio in quanto le informazioni viscerali che giungono a livello del midollo molto spesso possono deviare verso un tipo di informazione dolorosa e somatica, andando proprio a esacerbarsi in zona sacrale e sacroiliaca.

Per comprendere meglio vi posto un video dove è possibile vedere le tecniche di terapia manuale viscerale che applico sui miei pazienti con grande successo e che mi permettono di completare il trattamento spesso con grandi soddisfazioni da parte del paziente.

Dolore durante la gravidanza

dolore osso sacro gravidanza
Alterazione biomeccanica della zona lombare e sacrale durante la gravidanza

La gravidanza è uno dei periodi più belli di una donna, ma con sè spesso porta ad una serie di fastidi e dolori di difficile trattamento. Come per il dolore all’inguine durante la gestazione anche in questo tipo di dolore il contributo da parte degli ormoni gioca un ruolo importante.

Infatti intorno al terzo mese di gestazione nella donna c’è un importante produzione di un ormone chiamato relaxina.
Questo prodotto endocrino viene prodotto dalle ovaie e dalla mammella e risulta essere fondamentale per la preparazione fisica della donna che deve cominciare a modificare il suo corpo in relazione alla sopportazione di un carico e della crescita del feto dentro di lei.

Questo ormone però svolge un importante azione di rilassamento delle strutture molli (sia per la parte legamentosa sia per la parte muscolare); questo avviene in quanto c’è una preparazione del corpo al momento della nascita del bambino.

A livello sacrale esistono moltissimi legamenti che servono non solo a stabilizzare le varie strutture, ma anche a fornire un ancoraggio dei vari muscoli del bacino e che si dirigono verso il femore; questo rilassamento indotto dalla relaxina quindi ha un’azione di “sfaldamento” temporaneo con conseguente stiramento di alcune strutture che possono generare del dolore osso sacro.

Esistono però alcuni trattamenti che possono esser eseguiti durante la gravidanza da parte del terapista che si occupa proprio di riposizionare e allentare le tensioni che si generano, generalmente in zona sacroiliaca.
Oltre alla manipolazioni che possono esser eseguite, nel mio studio consiglio anche una serie di esercizi volti proprio a migliorare le condizioni a livello della zona del bacino e che possono esser eseguite in sicurezza da tutte le neomamme.
Un esempio è quello che vi posto nel video quì sotto.

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Traumi o frattura dell’osso sacro

Seppur di entità minore rispetto agli altri distretti corporei, sono da includere nelle cause che possono portare ad un dolore osso sacro un trauma o una frattura dell’osso sacro.

frattura osso sacro
Varie localizzazioni di una frattura dell’osso sacro

Generalmente questo tipo di incidenti arrecano un’importante dolore proprio in concomitanza della zona colpita, ma possono generare per l’urto anche una lesione a distanza dal punto di contatto: questo avviene perché magari la forza improvvisa che si è generata si scarica in un punto poco distante dal contatto con la schiena, generando un trauma o una lesione.
Nel caso in cui sia presente una frattura dell’osso sacro, fondamentale prima di tutto è la visualizzazione della lesione attraverso un RX.

Dopo aver eseguito questo tipo di indagine, molto importante è valutare anche la condizione del canale sacrale per ispezionare l’eventuale presenza di lesioni a carico delle meningi e dei nervi che passano all’interno: infatti il midollo spinale non arriva fino a questo livello, però ci sono importanti strutture del sistema nervoso centrale e periferico che si localizzano proprio a livello sacrale.

Nel caso sia presente una frattura della zona sacrale, questa va trattata come se fosse una frattura vertebrale, cioè attraverso un attesa di non meno di 60 giorni senza carico (logicamente le indicazioni e la prognosi deve esser data da un medico ortopedico) aspettando quindi la formazione del callo osseo.

Come è possibile vedere dall’immagine sopra, la localizzazione della frattura del sacro logicamente dipende dal tipo di trauma e dalla direzione dell’impatto che si ha avuto. Molto spesso ciò che viene ad esser coinvolta è proprio la prima vertebra sacrale con un coinvolgimento dell’articolazione sacroiliaca e della superficie auricolare del sacro.

Per abbreviare il tempo nel quale l’osso ha bisogno di formare una nuova ossificazione,  può essere d’aiuto l’acquisto di una magnetoterapia che, attraverso la formazione di campi magnetici, eseguirà un’aumento del metabolismo cellulare andando quindi a velocizzare il percorso di guarigione della frattura (l’utilizzo della suddetta terapia deve esser sempre applicata su consiglio del medico curante).

Nel caso in cui invece fortunatamente l’esame radiologico non mostri una lesione ossea ma un trauma al sacro, è bene comunque per aiutare non solo la guarigione ma per la sopportazione del dolore l’applicazione anche di ghiaccio nella zona in cui c’è stato l’impatto e che duole al paziente. Può essere utile anche per avere facilmente a disposizione del freddo da applicare, una fascia gel riutilizzabile che basta inserire all’interno di un congelatore e che permetterà di avere una crioterapia molto efficace.

Dolore di origine muscolare

Quando si deve riabilitare un paziente con un dolore osso sacro è molto importante andare ad analizzare i vari muscoli che possono indurre un dolore sia in zona sacrale sia in zona lombare: grandissima è la correlazione tra i due distretti muscolari in quanto attraverso la giunzione lombosacrale i due distretti sono biomeccanicamente legati.

Non è raro trovare però alcuni dolori in zona sacrale che provengono sia da distretti vicini che anche da distretti lontani: nella mia pratica clinica ho potuto sperimentare molte tecniche proprio per andare a diagnosticare e capire dov’è l’origine del problema muscolare e andare quindi ” a colpo sicuro”.

Esistono infatti alcuni muscoli che hanno la caratteristica di emanare un dolore che si localizza a livello sacroiliaco: questi muscoli quando vanno in disfunzione (si attivano dei trigger points) possono generare una sensazione dolorifica anche a grande distanza dalla zona sacrale.

muscoli sacroGeneralmente infatti oltre alla valutazione e al trattamento dei vari muscoli con trigger point, è importante anche saggiare la condizione dei muscoli profondi stabilizzatori della colonna che giungono fino a livello sacrale e che ci permettono di stare in piedi; oltre a questi muscoli centrali l’articolazione dell’anca risulta essere fondamentale per comprendere e trattare efficacemente i disturbi presenti a livello del sacro.

La muscolatura che stabilizza il bacino e che permette anche la rotazione interna od esterna del femore ha origine proprio a livello del sacro e del bacino, quindi è facile capire come siano correlati questi distretti muscolari.

Nella mia pratica clinica ho potuto evidenziare come in moltissimi pazienti che lamentano un dolore sia lombare, che sacrale, che sacroliaco possa esser presente una disfunzione che interessa i muscoli rotatori e stabilizzatori dell’anca: infatti generalmente per questo tipo di zona uno dei maggiori indiziati al problema è quello del medio gluteo: questo muscolo che si occupa prevalentemente in forma dinamica di portare in fuori la gamba, determina durante la fase della camminata un importante fulcro e azione di stabilizzazione del bacino durante il movimento rotatorio della pelvi; nel caso in cui sia presente una disfunzione che si protrae per parecchio tempo, questo muscolo può andare incontro ad una sofferenza generando un dolore non solo locale ma anche in zona sacrale.

Disturbi congeniti

Purtroppo vanno menzionati in questo genere di disturbi che coinvolgono l’osso sacro sicuramente anche tutte quelle problematiche che scaturiscono da anomalie di carattere genetico. Infatti seppur adesso le diagnosi vengono eseguite sempre prima e con tecniche sempre più efficienti, è possibile riscontrare in alcuni bambini alcune malformazioni che coinvolgono la testa del femore e che, se non vengono trattate efficacemente e in maniera decisa, possono portare poi ad una serie di modifiche strutturali che possono scaturire un dolore nella zona sacrale.

Questo però non è sempre verificabile ed è necessario quindi eseguire un’analisi molto approfondita nel momento della visita perchè anche alcuni disturbi che sembrano irrilevanti dell’infanzia possono invece portare a modificazioni dell’assetto del bacino e degli arti inferiori.

Indagini radiografiche

Nel caso si soffra di un dolore osso sacro e si vuole andare a fondo per cercare di capire l’origine di questi problemi, esistono alcune indagini radiografiche che permettono di individuare meglio l’origine del problema.
Ricordo sempre però che ogni tipo di approccio sia terapeutico che farmacologico deve essere assolutamente secondario ad un’attenta valutazione posturale, funzionale, palpatoria e attraverso una serie ed importante batteria di test validati scientificamente.

  1. Radiografia: Nel caso in cui si sospetti una lesione ossea a carico del sacro (magari dopo un trauma o una caduta) questo reperto radiografico ci permette di andare a valutare meglio quali sono e se sono presenti delle rime di frattura. Questo tipo di indagine però non valuta minimamente tutti i tessuti molli che agiscono e che sono presenti a livello del sacro e delle sue articolazioni. Una lastra di questa zona può mostrare anche un’eventuale sclerosi o sofferenza a carico dell’articolazione sacroiliaca.
  2. TAC: Attraverso una tomografia assiale computerizzata è possibile andare ad analizzare sia a livello osseo sia a livello organico tutti i distretti nella pelvi e andare a vedere la presenza di alcune lesioni ossee od organiche che possono creare questo tipo di disturbo.
  3. Risonanza magnetica: questo esame senza alcun tipo di emissione di radiazioni, permette in maniera precisa e progressiva di valutare la condizione delle articolazioni e valutare anche i tessuti molli (legamenti, tendini e posizionamento articolare) per valutare anche eventuali sclerosi o calcificazioni dei legamenti (soprattutto presenti nelle disfunzioni sacroiliache).
  4. termografia sacroiliaca
    Esempio di termografia Sacroiliaca che mostra infiammazione (con il colore rosso).

    Termografia: Questo tipo di esame risulta essere molto valido nella diagnosi durante lafase acuta dell’infiammazione dell’articolazione sacroiliaca. Questo tipo di esame valuta attraverso un sensore la temperatura dei tessuti (che durante la fase flogistica sarà più elevata rispetto ai tessuti circostanti) e risulta molto importante nella valutazione delle malattie reumatologiche che coinvolgono le articolazioni del bacino (come l’artrite reumatoide e la spondilite anchilosante).

Consigli utili

Come abbiamo detto, molti possono essere i fattori che inducono ad un dolore osso sacro, ed è bene comunque utilizzare alcune strategie durante la giornata lavorativa per ridurre al massimo ciò che può portare un dolore alla zona sacrale.
Andiamo quindi ad elencare alcuni accorgimenti che possono esser usati durante la giornata che riducono lo sforzo da applicare e che non vada a sollecitare la zona problematica.

Per le donne che hanno sempre l’esigenza di portare grandi pesi (come la spesa od oggetti ingombranti) potrebbe essere utile distribuire meglio il peso ed alleggerire le braccia che altrimenti dovranno scaricare tutta la tensione proprio a livello del bacino e del sacro.

Per questo motivo mi trovo a consigliare un facile carrello per la spesa dotato anche di ruote adatte per salire le scale: in questo modo il peso non graverà per niente nella schiena e permetterà di muovere anche oggetti e cibo pesanti in maniera facile ed ergonomica.

Nel caso in cui invece la postura sia costretta ad esser mantenuta davanti ad un monitor per parecchio tempo, può essere utile assettare la propria postura davanti al terminale in modo da distribuire in maniera efficace il vostro peso.

Per questo motivo consiglio a tutti i pazienti costretti a stare tante ore seduti su di una sedia di adottare un cuscino McKenzie volto proprio a mantenere una corretta postura nella sedia. Questo tipo di cuscino viene usato molto spesso in chi soffre di lombalgia proprio perché mantiene una postura adeguata durante la posizione seduta.

Logicamente è essenziale anche una sedia adeguata che sia ergonomica e che permetta sì di eseguire bene il proprio lavoro cercando di essere sia comoda che fisiologica per la schiena.
Per questo motivo mi sento di consigliare questa sedia che molti miei pazienti hanno acquistato e con la quale si sono trovati molto molto bene.

Nel caso in cui invece siano presenti dei dolori al coccige e al sacro e la posizione seduta sia poco tollerata, ecco che vi consiglio un ottimo oggetto per risolvere questo problema (che comunque va trattato a livello fisioterapico) da inserire sulla sedia che utilizzate e che vi renderà la posizione più tollerabile e più gradevole. Questo cuscino infatti è dotato di un materiale molto comodo che si adatta alla posizione e rende comoda la sedia.

Per quanto riguarda invece alcuni esercizi che possono esser fatti in maniera autonoma e che possono aiutare il paziente, consiglio quelli dell’approccio Egoscue cioè semplici compiti da eseguire a casa e che, se ben fatti, aiutano molto la tollerabilità dei dolori.
Quì sotto vi posto quello relativo proprio al dolore osso sacro.

La Cura

Prima di affrontare un trattamento mirato per risolvere questo tipo di problema, è fondamentale inquadrare bene la causa del problema e capire qual’è la disfunzione che genere un dolore osso sacro. Nel mio studio reputo fondamentale una valutazione innanzitutto anamnestica nella quale il paziente è libero di spiegare qual’è il suo problema, in quali movimento compare e quali condizioni gli arrecano un peggioramento o un sollievo.

A questo deve seguire sempre una minuziosa valutazione dei reperti radiografici che il paziente porta con sè che però non devono instradare ciecamente il terapista nell’analisi del paziente: infatti se un paziente ha un qualche disfunzione visibile radiograficamente non è detto però che sia certamente quello il problema.

A questo deve seguire sempre una valutazione sia posturale in base al tipo di postura e avere in questo modo una visione globale del paziente e vedere anche le eventuali tensioni posturali che su di esso agiscono e creano degli squilibri.

Successivamente poi è importante anche eseguire una palpazione molto approfondita dei segmenti ossei, segmenti articolari e dei vari muscoli. Questa fase è molto importante perchè permette di esacerbare il dolore in caso di trigger point che possano rievocare il dolore familiare al paziente. In questa fase è essenziale anche basarsi su alcuni test che hanno una validità scientifica a livello internazionale.

Per questo genere di problema per esempio nel caso in cui sia presente un dolore lombare e voglia verificare se l’origine del disturbo nasce a livello sacroiliaco, mi affido a dei test chiamati Laslett Test: questa batteria di test mi permette di individuare con un’alta percentuale di affidabilità se il problema è sacrale oppure no.

Nel video qui sotto potete vedere un esempio dei test che eseguo nel mio studio per esser sicuro che il problema derivi da una disfunzione del sacro oppure no.

Una volta diagnosticato qual’è il problema e qual’è la causa che determina il problema, la terapia manuale in questo tipo di approccio risulta essere l’arma migliore di qualsiasi tipo di problematica di dolore osso sacro.

Nel caso in cui sia presente un’infiammazione dell’osso sacro il tipo di trattamento più importante è quello di rieducare le varie superfici articolari a non essere più in una condizione di anomalia e di ritornare a muoversi nella loro fisiologica posizione. Per questo motivo esistono varie tecniche in fisioterapia capaci proprio di condizionare e rimodulare la posizione dell’ileo rispetto al sacro e sconfiggere il dolore.

Un esempio di questo tipo di approccio è quello di riposizionare attraverso una manipolazione ad alta velocità e bassa ampiezza dell’articolazione sacroiliaca che risulta essere in disfunzione. In questo tipo di manovra completamente sicura l’impulso che nel mio studio applico al paziente è molto veloce e serve proprio per riposizionare le superfici articolari in una corretta posizione.

Generalmente il paziente avverte una sorta di cavitazione (un “crack” per capire meglio) proprio in zona sacroiliaca che testimonia proprio una corretta manovra.
Esistono varie manovre per eseguire una manipolazione sacroiliaca, nel video qui sotto vi posto quello con il paziente in decubito prono.

Nel caso in cui il problema nasca dalla sublussazione e dolore a livello del coccige (inficiando quindi anche la motilità del sacro) è importante approcciarsi sia con manovre rivolte verso i tessuti molli intorno al coccige e che si diramano dal sacro verso il basso, sia attraverso manovre atte proprio a ricollocare il coccige nella sua naturale posizione.

dolore al coccige
Trattamento manuale per ricollocamento del coccige nella fisiologica posizione

Personalmente trovo estremamente efficace l’approccio con la Fibrolisi meccanica® sui tessuti molli intorno alla zona coccigea in modo da essere estremamente selettivo e minuzioso favorendo un rilasciamento dei tessuti contratti e ridare mobilità esternamente al coccige.
Nel caso in cui invece sia necessario proprio eseguire una manovra di riposizionamento del coccige, esistono alcune manovre sia esterne (un esempio è il pompage articolare cioè una messa in tensione dei segmenti corporei associati alla respirazione) sia attraverso manovre interne per ricollocare il coccige nella corretta posizione.

Quando invece il problema è di origine viscerale è fondamentale un’accurata valutazione anamnestica per poter intervenire efficacemente ed in sicurezza. Con le manovre di terapia manuale viscerale è importante fare attenzione a tutti gli organi ed i relativi legamenti di ancoraggio in modo da essere il più performante possibile.

Nel caso della donna poi, essendoci una grande correlazione tra pavimento pelvico, sacro, utero e coccige svolge un ruolo di fondamentale importanza anche le varie lamine e legamenti, come la lamina sacro-retto-genito-pubica.

Quando invece si tratta il dolore di carattere muscolare mi avvalgo di numerosi tipi di trattamenti mirati proprio a risolvere non solo le problematiche indotte dai muscoli, ma evitare che questi possano tornare.

dry needling spallaInfatti oltre ai vari tipi di trattamento manuale dei muscoli, trovo di formidabile efficacia la tecnica del dry needling per i vari muscoli che sono in disfunzione e che emanano dolore proprio in zona sacrale: questa tecnica attraverso l’utilizzo di piccolissimi aghi da agopuntura (non è agopuntura però) e senza alcun tipo di farmaco, hanno un’azione di risciacquo biochimico delle fibre e delle placche neuromuscolari alterate e che sono in disfunzione.

Questa tecnica che ha un’importante validità a livello scientifico internazionale, trova la sua applicazione maggiore proprio in questo genere di disturbi di carattere muscolare al sacro e i suoi muscoli.

vacuum therapy
Kit per il trattamento dei tessuti molli con la vacuum therapy

Può esser utile inoltre anche l’utilizzo della Vacuum therapy cioè il trattamento attraverso delle piccole ampolle entro cui viene creato il vuoto in modo da dare un importante apporto sanguigno ma anche di mobilizzare i tessuti molli in maniera efficace e ridare una sorta di “respiro” alle fasce muscolari che sono in blocco e che generano dolore.

Questo genere di trattamento risulta essere pressochè indolore ma, nonostante ciò, bisogna comunque fare particolare attenzione in quanto il richiamo di sangue che viene a crearsi quando si crea il vuoto è molto intenso e, se il terapista non è molto esperto, rischia di poter creare delle piccole lesioni ai vasi (capiamoci niente di serio, un leggero livido che andrà via inpochissimi giorni).

posturale mezieres

Trova invece una grandissima utilità in questo tipo di problematica che interessa il sacro e la zona limitrofa il trattamento con la rieducazione Mezieres : questo tipo di trattamento che viene eseguito solamente in maniera individuale e da fisioterapista laureato e diplomato (Ho svolto il completo corso di rieducazione posturale Mezieres nel 2012) permette di riequilibrare tutte le tensioni che si sono generate nella catena posturale posteriore le quali poi trovano nella zona sacrale un fulcro e un punto di scambio tra la zona inferiore (arti inferiori che poggiano sul terreno) e la parte superiore (busto e arti superiori).

Questo approccio risulta essere fondamentale nonché estremamente efficace nelle problematiche che interessano l’osso sacro, andando quindi a coinvolgere anche tutti quei muscoli rotatori dell’anca che, a seguito di varie posture non idonee, tendono a bloccarsi e a generare un dolore all’osso sacro.

Riguardo Daniel Di Segni
Daniel Di Segni
Nel mio Studio “Cervicale e Vertigini” di Roma, investo moltissime risorse economiche e professionali per permettere al paziente di avere una fisioterapia di qualità ed individuare il miglior percorso riabilitativo per la singola esigenza e situazione del paziente riducendo quindi il numero delle sedute fisioterapiche.

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