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Far tornare a muovere un paziente allettato – La Guida

paziente allettato
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Cosa significa Allettato

paziente allettatoQuando parliamo di una persona allettata, cosa si intende veramente? É importante innanzitutto chiarire bene cosa significa in quanto questo tipo di persona necessita un’assistenza particolare e ha precisi bisogni.

Possiamo definire un paziente allettato come:

Una persona che è costretta in una posizione sdraiata in quanto presenta alcuni deficit deambulatori/psichici/motori e non riesce autonomamente ad espletare le normali attività di vita quotidiane (comprese attività corporali, igiene, indossare abiti ecc.) e che quindi necessita di continua assistenza per mantenersi in vita.

Come quindi andremo a vedere, questo genere di paziente non ha la capacità di abbandonare il letto autonomamente per andare in bagno/prepararsi da mangiare/vestirsi in quanto presenta delle problematiche motorie che gli impediscono di eseguire queste semplici attività, che richiedono quindi una particolare assistenza.

Quali sono i soggetti a rischio

Andiamo quindi a valutare e ad analizzare quali sono i soggetti che hanno più incidenza nel allettarsi.

  • Sicuramente i pazienti anziani sono quelli che tendono a racchiudere quasi la totalità di questo genere di pazienti. Gli anziani infatti, a causa di alcune patologie, hanno una ridotta capacità di recupero motorio e quindi, una volta passata la fase acuta, tendono a rimanere “incollati” a letto con un incapacità di allontanarsi dalla posizione. Generalmente questa condizione è spesso conseguente ad un ricovero che comunque ha debilitato il paziente e quindi non riesce ad alzarsi da solo.
  • paziente con problemi neurologiciI pazienti neurologici acuti e gravi: questa categoria di pazienti sono quelli probabilmente più a rischio e che necessitano il prima possibile di eseguire una riabilitazione. Infatti si è visto come in eventi neurologici gravi come ictus, emorragie ed eventi che minano la salute del sistema nervoso centrale, una riabilitazione prematura e prolungata del tempo porta una serie innumerevole di miglioramenti rispetto alle persone che non la eseguono.
  • Pazienti cardiologici: Questo genere di pazienti sono forse quelli dove il recupero è forse più veloce ma anche il più delicato: sì perché questo tipo di pazienti, una volta eseguito l’intervento cardiaco/valvolare è abbastanza veloce la strada per l’autonomia, ma è fondamentale dosare molto bene gli sforzi che devono esser propinati per permettere sì al cuore di recuperare tonicità e sopportazione dello sforzo, ma anche rendere la terapia positiva e non troppo faticosa e rischiosa per il cuore del paziente.
  • Pazienti Respiratori: i pazienti che presentano patologie a carico del sistema respiratorio sono “una brutta gatta da pelare” in quanto il cuore e i polmoni sono distretti legati a doppio filo e quindi una disfunzione nella ventilazione determina un primo affaticamento e quindi anche un aumento delle secrezioni brochiali (le quali limitano ancor di più lo scambio gassoso e quindi più fatica). In più questi pazienti, a causa dell’immobilità, avviene un deposito di muco importante che può portare anche a delle crisi respiratorie molto pericolose.

Paziente allettato

Prima di parlare su quanto è importante la fisioterapia in questo genere di disturbo e di condizione, è bene chiarire che il paziente che è immobilizzato al letto deve esser inquadrato in un ottica un po’ più ampia, andando quindi ad includere anche i medici di base, infermieri, psicologi e soprattutto il fisioterapista.

La fisioterapia per questo genere di condizione è assolutamente indicata in quanto è solamente attraverso la fisioterapia che è possibile recuperare innanzitutto il tono muscolare agli arti inferiori e poi solamente attraverso le indicazioni adatte del professionista, sarà possibile tornare al movimento.

Prima di parlare quindi delle varie fasi che portano al recupero della motricità del paziente, dobbiamo precisare che il ritorno alla normalità passa inequivocabilmente attraverso la partecipazione attiva del paziente e attraverso un coinvolgimento emotivo che deve esser totale e in completa sinergia con il fisioterapista.

Le fasi della riabilitazione nell’allettato

Il paziente allettato presenta alcune fasi che è importante rispettare e che risultano essere essenziali nel percorso di guarigione del paziente che è allettato; fondamentale inoltre è quindi la volontà del paziente e dei familiari nel recupero e nell’assistenza verso il malato che deve capire che il percorso da eseguire è lungo e altalenante, ma che poi porterà sicuramente ad un successo.

Prima fase: recupero della posizione seduta

paziente seduto sul lettoIn questa fase il paziente deve innanzitutto capire che è necessario cambiare il proprio stato di quiete e metterci l’impegno; generalmente noi fisioterapisti ci occupiamo in questo specifico momento della riabilitazione nel capire e valutare se il paziente ha la capacità di mantenere la posizione seduta con le gambe fuori dal letto oppure no. Questo avviene perchè è importante per poter proseguire che il paziente controlli il busto e che ci sia la possibilità di eseguire movimenti della colonna. Da questa posizione è possibile inoltre eseguire anche esercizi di respirazione nell’eliminazione di secrezioni e favorire il drenaggio brochiale, nonchè recuperare la sensibilità nella posizione verticale.
Ovviamente questa fase è preceduta sempre da un lavoro di rinforzo degli arti inferiori con esercizi sempre più difficili e sempre più impegnativi per il muscolo da irrobustire.

Seconda fase: recupero della stazione eretta

In questa fase si prova ad abbozzare un tentativo di verticalizzazione: infatti generalmente con un sostegno davanti e con il letto vicino, il paziente prova a recuperare la stazione erette andando a lavorare in maniera progressiva i muscoli delle gambe e delle cosce, andando quindi in maniera progressiva a recuperare la posizione eretta. I pazienti necessitano molto la vicinanza di un fisioterapista in quanto hanno bisogno di sentirsi sicuri e recuperare in serenità nel pieno della loro fiducia. É a questo momento che consiglio ai familiari di acquistare un deambulatore con i sottoascellari, in quanto non solo è un valido aiuto per il momento dell’alzata del paziente, ma anche per permetterci poi di recuperare la deambulazione.

Terza fase: deambulazione assistita e autonoma

Questa è ormai la fase più bella e più impegnativa del percorso, in quanto il paziente comincia a recuperare il proprio passo, sempre assistito dal fisioterapista che inizialmente preferirà scaricare un po’ di peso sui sottoascellari, ma poi gradadamente potrà toglierli e fornire quel minimo aiuto durante la marcia. Questo momento corrisponde spesso alla ripresa da parte del paziente del ritorno verso il bagno e verso la possibilità di eseguire una doccia assistito da personale, ma potendo quindi tornare a lavarsi in maniera consona e completa.

Quarta fase: equilibrio e uscita dal domicilio

anziani sport osteoporosiArrivati a questa fase, si può dire che ormai il peggio è passato: infatti generalmente mi soffermo in questa fase quando permangono ancora delle turbe sull’equilibrio, adottando quindi una serie di esercizi specifici sia per rinforzare ancora di più il tono dei muscoli degli arti inferiori, sia per migliorare l’agilità nei movimenti bruschi e nei cambi di direzione. Questa fase è importante proprio per prevenire gli incidenti domestici e per permettere al paziente di recuperare ancora di più la sicurezza del suo corpo e dello spazio intorno a lui.

Dopo aver recuperato la sicurezza, si potrà pensare di far uscire dal domicilio in sicurezza il paziente, riportandolo alla vita di tutti i giorni.

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Riguardo Daniel Di Segni
Daniel Di Segni
Nel mio Studio “Cervicale e Vertigini” di Roma, investo moltissime risorse economiche e professionali per permettere al paziente di avere una fisioterapia di qualità ed individuare il miglior percorso riabilitativo per la singola esigenza e situazione del paziente riducendo quindi il numero delle sedute fisioterapiche.

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