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Verticalizzazione Cervicale

verticalizzazione cervicale
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Anatomia della cervicale

Prima di parlare di cosa è una verticalizzazione cervicale è bene eseguire un breve riepilogo su come è fatto il rachide cervicale e quali movimenti esegue.

Infatti la zona cervicale è composta da 7 vertebre (dette appunto “vertebre cervicali“) cioè delle ossa corte che si localizzano nella zona del collo e che risultano essere impilate una sull’altra. Queste ossa sono formate internamente da tessuto trabecolare ed esternamente da tessuto più duro detto “osso lamellare”. La vertebra poi è composta in alcuni parti molto importanti che si relazionano l’una con l’altra e che gli conferiscono la particolare forma anatomica; è infatti possibile distinguere:

  • cervicale anatomiaCorpo Vertebrale: una larga massa cilindrica formata internamente da osso trabecolare con però osso corticale che lo circonda. Ha la funzione primaria di sopportare il peso delle strutture di ogni vertebra
  • Peduncolo:proiezione di tessuto osso denso che si origina dalla parte media verso la parte superiore del corpo vertebrale. Connette il corpo vertebrale con gli elementi posteriori della vertebra.
  • Lamina: stretta parte di osso che collega la base del processo spinoso verso i rispettivi processi trasversi; questa parte protegge il midollo spinale nella sua porzione posteriore
  • Processo trasverso:proiezione laterale di osso situato tra la giunzione tra la lamina ed il peduncolo; dal processo trasverso si originano o si inserzionano muscoli, legamenti e coste.
  • Processo spinoso: processo osseo posteriore posto al centro e la cui funzione è di essere un origine di muscoli o legamenti.
  • Disco intervertebrale: Un denso anello posto tra una vertebra e l’altra, all’interno del quale è posto il nucleo polposo che è una sorta di “biglia” gelatinosa. Il disco ha una importante funzione di assorbimento e distribuzione della pressione assiale e svolge l’azione di interposizione tra una vertebra e l’altra.
  • Processo articolare: coppia di processi articolari accoppiati superiormente ed inferiormente che hanno la funzione di collegare per via articolare le rispettive superiori ed inferiori vertebre; sono legate dall’articolazione “zigoapofisarie” e hanno la funzione di guidare l’orientamento della vertebra nelle rispettive direzioni di movimento.

La colonna vertebrale presenta 3 caratteristiche curve che sono la lordosi lombare, la cifosi dorsale e la lordosi cervicale; la lordosi infatti è una Curvatura della colonna vertebrale, in senso antero-posteriore, con concavità posteriore mentre la cifosi è una curvatura con concavità anteriore. Per spiegare al meglio cosa si intende per curve della colonna vi posto questo simpatico video in inglese dove si spiegano molto bene le varie curve dello scheletro assiale.

Le curvature fisiologiche e la gravità

Come abbiamo detto, sulla colonna vertebrale possono esser riconosciute delle curvature fisiologiche che anatomicamente risultano essere molto importanti. Infatti nell’area lombare e nella zona cervicale è presente una curvatura con una convessità anteriore che è chiamata Lordosi mentre sia a livello toracico che a livello dell’osso sacro è presente una Cifosi cioè una curvatura con convessità posteriore.
Queste curvature naturali non sono statiche ma dinamiche e cambiano la loro forma durante i movimenti e gli aggiustamenti posturali: questa situazione non è però sempre presente nell’uomo, in quanto nei bambini è presente nel momenti in cui sono feti una sola e grande cifosi della colonna. Avviene però che durante la maturazione motoria e la conquista della posizione eretta, i piccoli bambini possano modificare l’assetto in quanto i muscoli estensori della colonna cervicale per esempio, iniziano ad elevare ed ad estendere il capo in modo tale da permettere al piccolino di guardare e interagire con l’ambiente circostante.

postura perfetta

La gravità invece ha un ruolo molto importante nella gestione della postura eretta in quanto permette, in condizioni ideali, di agevolare il mantenimento della postura con il minimo sforzo muscolare; per questo motivo è importante andare a guardare la linea della gravità che in

Condizioni perfette dovrebbe passare:

  • attraverso il processo mastoideo
  • anteriormente alla seconda vertebra sacrale
  • poco posteriormente all’articolazione dell’anca
  • anteriormente al ginocchio
  • anteriormente alla caviglia

Questo schema è importante da andare a valutare quando si esegue una valutazione fisioterapica, andando quindi ad analizzare quali distretti anatomici sono in disfunzione, come per esempio nella situazione come una verticalizzazione cervicale.

Verticalizzazione cervicale: cos’è?

verticalizzazione cervicaleCome abbiamo spiegato, il rachide cervicale dovrebbe avere una curvatura specifica che però viene a mancare quando è presente questa verticalizzazione.
Molto spesso infatti è possibile leggere sui referti radiografici “verticalizzazione cervicale” oppure “rettilineizzazione cervicale” che risultano essere sinonimi dello stesso problema, cioè la PERDITA DELLA FISIOLOGICA LORDOSI CERVICALE.

Questa perdita o riduzione della curvatura necessita non solo di un accurato intervento fisioterapico e da parte del paziente, ma anche di una particolare attenzione clinica in quanto, come vedremo, questa condizione predispone ad una serie di importanti problemi che possono minare in maniera seria la salute del paziente.
I miei pazienti si rivolgono a me in quanto avendo una condizione di disfunzione a livello del rachide cervicale, capiscono l’importanza di affrontare in maniera adeguata questo dismorfismo e porvi rimedio.

Verticalizzazione cervicale: è sempre patologica?

Molti mi chiedono: “ma quando si ha una verticalizzazione cervicale, si hanno automaticamente i problemi?”

dubbioLa mia risposta è NO! Infatti questo “raddrizzamento” della colonna cervicale è anche un fenomeno che può avvenire in maniera completamente spontanea senza dare nel corso della vita a eventi patologici o ad esser accusato dal paziente. Infatti dobbiamo ricordarci come l’essere umano, tranne quando è sdraiato nel suo letto, è sottoposto per molte ore durante la giornata alla forza di gravità che comunque agisce dall’alto verso il basso. Questa forza comunque genera nel sistema muscolo-scheletrico una serie di cambiamenti e di modificazioni che, in alcuni soggetti, vengono ad esemplificarsi con una riduzione della lordosi cervicale. Il problema è che sicuramente quello che capiamo da questa condizione è che comunque importante intervenire affinchè la postura e i carichi non gravino in maniera negativa sulle strutture molli. Questo tipo di atteggiamento infatti è predisponente alla formazione di alcune patologie, ma non c’è evidenza scientifica come sia sempre associata una determinata sintomatologia in presenza di riduzione della curvatura: questo perchè comunque il corpo umano ha una grandissima capacità di adattarsi e, come dico spesso io, di “mettere la polvere sotto al tappeto” ma non è detto quindi che possano comparire i vari sintomi che andiamo ad analizzare nel paragrafo successivo.

I sintomi di una verticalizzazione cervicale

Quando si parla di verticalizzazione cervicale è bene chiarire quali possono essere anche i sintomi che il paziente può avere e quali disturbi andrà ad incorrere se non vi pone il giusto rimedio.

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Infatti questo tipo di deformità incide sul rachide cervicale andando a generare:

  • Sintomi vertigine
    Le vertigini

    Mal di testa: Il mal di testa in questione viene indotto non solo da una iperattivazione muscolare che genera dolore proprio alla testa, ma anche al rachide cervicale (spesso la seconda vertebra) che entra in disfunzione e invia, per una serie di collegamenti neurologici, un segnale al trigemino emanando anche un forte mal di testa.

  • Nausea: la nausea come il vomito sono uno dei segnali classici della verticalizzazione cervicale in quanto c’è non solo una compressione sui vasi arteriosi che portano il sangue al cervello, ma anche uno stimolo neurovegetativo molto importante.
  • Artrosi: La degenerazione delle cartilagini a livello del rachide cervicale sulle sue superfici articolari spesso è indotto proprio da una situazione di rettilineizzazione cervicale. Questa perdita della curvatura al collo genera quindi un posizionamento errato delle vertebre in maniera reciproca, andando quindi non solo a determinare una più semplice usura delle cartilagini, ma anche una diminuzione dei movimenti con limitazione funzionale. Oltre a questo tipo di disturbo poi, in maniera associata, possono comparire fastidi come la comparsa di osteofiti cervicali.
  • Vertigini: Questo tipo di vertigini viene anch’esso da una ridotta perfusione sanguigna al cervello e da un errato controllo motorio che si esplica con un iperlavoro a carico dei muscoli. Anche l’orecchio interno indirettamente viene ad esser inficiato da un’alterata postura cervicale.
    Il disturbo vertiginoso classico per questo tipo di sensazione è proprio da definire come delle vertigini da cervicale, cioè una componente multifattoriale nella quale è bene intervenire sul rachide per correggere eventuali anomalie.
  • Discopatie: sia che esse si tramutino in ernie  o protrusioni discali , il disco intervertebrale con una simile morfologia del collo sono logicamente in sofferenza, andando a creare condizioni non solo di deterioramente, ma anche di compressione delle radici nervose con dolore al braccio e al collo (in quel caso si parlerà di cervicobrachialgia).
  • Cambiamenti alla schiena: Elaborando un’attenta valutazione di carattere posturale, è semplice vedere e capire come spesso il distretto cervicale sia quello che tende più a compensare rispetto alle altre parti anatomiche di un eventuale cambio: le vertebre del collo infatti tendono molto frequentemente ad andare verso una verticalizzazione cervicale per compensare un eventuale aumento della curvatura a livello lombare oppure rispetto ad un aumento della rigidità del rachide dorsale (con conseguente dorsalgia e dolore tra le scapole). Non è raro infatti trovare pazienti che hanno non solo una cervicale dritta, ma anche un aumento della lordosi lombare o un appianamento della cifosi dorsale. Ricordiamoci sempre che il sistema muscolo-scheletrico è un sistema complesso che è tensionabile anche a distanza, motivo per il quale una qualche deformità anche in distretti lontano dalla cervicale possono generare delle disfunzioni al collo.
  • Dolori ai muscoli del collo: Ovviamente questo iperlavoro che alcuni gruppi muscolari sono costretti a fare per compensare uno squilibrio posturale, genera anche una forte dolenzia e irrigidimento della muscolatura del collo. Generalmente i pazienti che giungono nel mio studio lamentano quasi tutti un grande senso di rigidità muscolare, dove anche i movimenti sono limitati e dolenti (proprio per questa contrazione spasmodica dei muscoli).
  • Blocco toracico alto: ovviamente, accanto al blocco cervicale o alla tensione anteriore, ciò che viene coinvolto spesso è il rachide toracico alto, il quale, per compensare questa tendenza del collo ad andare in avanti, genere un blocco in posteriorità. Questo, quando protratto nel tempo, può dare origine ad una classica disfunzione ben visibile che è chiamato “gibbo del bisonte“.

Le cause di una Verticalizzazione cervicale

É molto importante poter affrontare con cura quali sono le possibili cause di una verticalizzazione cervicale in modo da potervi porre rimedio ove possibile e in modo da capire quali sono le situazioni che portano a questa modificazione della curva.
Vari sono appunto le possibile cause come:

  • cattiva posturaPosture errate: mantenere per lungo tempo alcune posizioni con il collo durante la giornata lavorativa risulta essere molto problematico, in quanto costringe ad un iperlavoro i vari muscoli anteriori e posteriori che comunque devono mantenere un orizzontalizzazione dello sguardo, andando quindi ad inficiare nella normale curva lordotica cervicale.
    Stare seduti ore e ore davanti ad un computer in una posizione errata può essere estremamente deleterio andando a determinare una serie di problemi che vedremo fra poco.
    Per questo motivo io vi consiglio alcuni accorgimenti da poter utilizzare nella vostra pratica quotidiana in modo da correggere questa cattiva abitudine. Ad esempio un supporto per il monitor è perfetto proprio per correggere la posizione del monitor e permettere di avere una visuale più centrale dello schermo.
  • Incidenti al rachide cervicale: Quando si parla di incidenti al rachide cervicale, il primo pensiero va sicuramente verso il classico incidente automobilistico da tamponamento chiamato ” Colpo di frusta“. Generalmente questo tipo di incidente da velocità rappresenta un motivo di grande coinvolgimento della muscolatura cervicale che tende a bloccarsi ed ad andare in spasmo, generando quindi una condizione di rigidità e di verticalizzazione cervicale. In questa condizione il collo risulta avere una rettilineizzazione a causa del trauma, motivo per il quale generalmente al pronto soccorso viene indicato l’utilizzo di un collare rigido per i primi giorni per poi utilizzare in accoppiata alla fisioterapia cervicale un collare più morbido.
  • Stati d’animo: Grande coinvolgimento c’è tra rachide cervicale e psiche: infatti la mente ed il collo sono molto legati e una postura alterata del collo spesso è accompagnata da un carattere e da uno stato d’animo di introversione. Infatti la chiusura non solo del capo che risulta essere anteposto ma anche del rachide dorsale spesso vengono accompagnati da caratteri molto chiusi, introspettivi e che tendono a somatizzare nella cervicale questi stati d’animo. Anche situazioni come l’ansia e la depressione si riscontrano in soggetti con fenomeni di verticalizzazione cervicale.
  • Fisiologico invecchiamento: dobbiamo anche esser chiari che c’è anche una componente fisiologica nel decadimento e nella trasformazione del rachide cervicale. Infatti è bene sempre ricordare come l’uomo è soggetto costantemente alla forza di gravità che agisce dall’alto verso il basso e che quindi genera una modificazione del corpo che comunque deve interagire con essa. Uno dei fenomeni adattativi è proprio la modificazione del rachide cervicale e della sua curvatura.
  • dolore al collo cellulareSmartphone: I cellulari di ultima generazione stanno creando una nuova schiera di “futuri pazienti” in quanto sempre più tempo si passa a controllare lo schermo. Basti pensare che stare con il collo completamente piegato a scrivere sullo smartphone o a vedere un video equivale a sopportare un peso di 18 kilogrammi; l’equivalente di due casse di acqua in bottiglia impilate l’una sull’altra. Volete davvero questo con il vostro collo???
    Per avere una panoramica più ampia vi posto questo meraviglioso video per quello che il mondo anglosassone chiama “Text Neck”.

I rimedi per la verticalizzazione cervicale

Quando mi si chiede quale è il miglior rimedio per una verticalizzazione cervicale la mia risposta è sempre: DIPENDE!

Sì perchè dipende da molti fattori la rieducazione di questo tipo di disturbo: molti sono gli aspetti che bisogna considerare per prendere in carico un paziente con questa situazione.

Innanzitutto il mio consiglio è quello di affidarsi ad un fisioterapista esperto in questo tipo di problema: questo vi mette al riparo non solo da eventuali problemi secondari, ma anche quello di risolvere efficacemente ed in fretta. Non tutti i fisioterapisti sono uguali, come è diversa la manualità e il tipo di approccio che si viene ad utilizzare.
Io presso il mio studio mi adopero affinchè possa iniziare ad avere inizialmente una valutazione globale non solo della postura, ma andando a controllare quale sia la condizione del paziente, l’anamnesi del soggetto ed eventuali interventi chirurgici. Di notevole importanza poi sono le abitudini con il quale il paziente tende a relazionarsi durante la giornata, in base ai vari tipi di lavoro o di sforzi che deve eseguire.

Dopo una prima valutazione, esistono numerosi approcci per una verticalizzazione cervicale: io nel mio studio applico con successo molte tecniche di terapia manuale come per esempio:

  • fibrolisi meccanica
    L’approccio attraverso la fibrolisi meccanica permette un trattamento sicuro e molto efficace.

    Fibrolisi meccanica: Attraverso questo approccio con alcuni strumenti IASTM ho la possibilità di essere molto performante eseguendo un rilascio della muscolatura contratta cercando di ridare respiro alle fasce muscolari e riequilibrare i vari distretti.

  • Pompage articolare e muscolare: tecnica di origine francese che consiste in una trazione molto dolce e piacevole per il paziente in modo da recuperare non solo l’appropriato spazio tra i vari dischi intervertebrali ma anche per dare uno stimolo di rilascio muscolare.
  • Rieducazione dello schema motorio: questo tipo di approccio si basa su di una serie di test a cui seguono, nel caso questi siano positivi, un trattamento in modo tale da “negativizzare” tutti i test e riequilibrare il tessuto fasciale.
  • Rieducazione posturale Mezieres: questo approccio terapeutico è una “Ferrari” della riabilitazione in quanto permette un allungamento globale ed un riposizionamento dei vari segmenti articolari nella loro più fisiologica e completa posizione. Attraverso una messa in tensione associata ad una respirazione ad hoc, è possibile riequilibrare tutta la muscolatura permettendo un ritorno ad una più normale situazione.

Esercizi per la verticalizzazione cervicale

Vari possono essere gli esercizi per una verticalizzazione cervicale; il tutto però deve essere sotto stretta osservazione di un fisioterapista che saprà consigliarvi per un’adeguata posologia degli esercizi e per una corretta esecuzione.

Sicuramente mi sento di consigliare per questo tipo di problema un approccio chiamato McKenzie (dal nome del terapista Neozelandese creatore del metodo) il quale ha come obiettivo proprio il recupero del movimento e di una centralizzazione del problema per risolvere il dolore al collo.
Nel video quì sotto vi mostro un esempio di tecnica McKenzie.

Per maggiori informazioni, potete leggere il mio articolo su come dormire con il dolore cervicale.

Sempre seguendo i dettami della metodica McKenzie, vi suggerisco questo altro supporto da utilizzare sia la mattina che la sera per aiutare il vostro collo a riavere quella curvatura fisiologica e abbattere quella tensione che si genera a livello della testa e della cervicale.

Nel video quì sotto vi mostro come utilizzare efficacemente questo dispositivo nato proprio per combattere la verticalizzazione cervicale.

Se invece il vostro problema nasce da un irrigidimento della colonna toracica e conseguentemente si viene a creare un problema legato al rachide cervicale, sicuramente è molto utile l’utilizzo di un Foam Roller per mobilizzare il rachide dorsale e per creare un Self release con questo strumento.

Per utilizzare al meglio il foam roller vi consiglio questo video dedicato al rachide dorsale.

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Riguardo Daniel Di Segni
Daniel Di Segni
Nel mio Studio “Cervicale e Vertigini” di Roma, investo moltissime risorse economiche e professionali per permettere al paziente di avere una fisioterapia di qualità ed individuare il miglior percorso riabilitativo per la singola esigenza e situazione del paziente riducendo quindi il numero delle sedute fisioterapiche.

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