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Se stai leggendo questo articolo, è perchè sicuramente hai un forte dolore al collo e presumi che possa esserci qualche problema ai dischi del collo.
Prima di avventurarti in questa lettura però, è importante che ti chiarisca che la scelta che devi fare per guarire è qualcosa di assolutamente basilare.
Sì perchè spesso la cura per un ernia cervicale è qualcosa di estremamente delicato e composto di varie fasi: non pensare che la fisioterapia e la cura siano svolte in tutte le parti d’Italia nello stesso modo.
Ti offrirò in questo articolo tutto ciò che devi sapere, ma attenzione!
Non pensare minimamente che questo problema scompaia da solo, anzi! Ciò che devi assolutamente fare è seguirmi in questo viaggio e capire che affidandoti ad uno specialista della cervicale, potrai ritornare a muovere il collo senza problemi.
Ti darò due opportunità allora:
- Ascoltare la puntata del mio podcast dove ti spiegherò tutto, ma proprio tutto, quello che devi sapere sull’ernia cervicale e su quali passi fare.
- Leggere l’articolo in cui avrai una panoramica completa e potrai finalmente capire a fondo ciò che devi fare per stare bene.
Pronto allora?
Partiamo!
Anatomia vertebre e disco
Quando si deve affrontare l’argomento dell’ernia cervicale è bene eseguire anche un breve accenno su ciò che è presente a livello anatomico, in modo da comprendere meglio il meccanismo e la risoluzione di questa patologia.
Disposti tra una vertebra cervicale e l’altra, sono presenti delle strutture molli che svolgono dei ruoli molto importanti, senza i quali, il movimento dell’individuo e della sua schiena sarebbe pressochè impossibile; per questo motivo il disco intervertebrale ha varie funzioni come:
- Azione di distribuzione di forze
- Nutrizione dei legamenti anteriori e posteriori
- Permette i vari movimenti senza alcun danno alle vertebre
- Svolge un azione di “cuscinetto” a livello delle singole ossa della schiena
Una vertebra e l’altra presentano delle articolazioni che permettono il movimento, ma queste vengono collegate proprio dal disco intervertebrale: questo disco è estremamente importante ed è costituito da due parti:
- Una parte periferica (Anello fibroso) a forma di una lente biconvessa che si allinea a livello dei corpi vertebrali delle varie vertebre. Questo anello è formato da una successione di fasci fibrosi concentrici che formano un alloggiamento inestensibile per la sua componente interna.
- Una parte centrale (Nucleo polposo) a forma di biglia gelatinosa il cui contenuto è prevalentemente di acqua (88%) e contenuto all’interno dell’anello fibroso, importante da notare che questa componente non è nè innervata nè vascolarizzata.
Quando parliamo di anatomia del disco è importante anche menzionare la componente ossea e nervosa che è strettamente correlata con le problematiche discali come le ernie cervicali.
Infatti il disco che avvolge il nucleo polposo è disposto sul corpo vertebrale, cioè una componente cilindrica ossea la cui ampiezza e forma varia in base alla localizzazione (a livello lombare è più voluminosa rispetto alla corrispondente cervicale).
In corrispondenza invece dei peduncoli della vertebra troviamo la radice nervosa che fuoriesce dal midollo spinale con le sue fibre, la quale continua poi nei vari nervi che si dirigono nella periferia e che provvedono sia alla conduzione motoria dei vari muscoli ma anche alla ricezione delle informazioni sensoriali che provengono dalla pelle e dal resto dei distretti lontani.
Cosa è l’ernia cervicale
So che sicuramente vuoi sapere cos’è l’ernia cervicale. Ti darò quindi la definizione più semplice che è:
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L’ernia cervicale è la fuoriuscita dalla sede fisiologica del nucleo polposo verso la radice di un nervo spinale, la quale potrebbe essere compressa o irritata andando a determinare un dolore al collo e anche verso l’arto superiore.
Come abbiamo spiegato prima, quando avviene che il disco perde la sua capacità di ammortizzare le sollecitazioni e che determina uno sfaldamento dell’anulus fibroso (in questo stadio parleremmo di protrusione discale), questo determina la possibile comparsa di un erniazione. Infatti ciò che è molto importante capire è che il meccanismo che porta a questo tipo di dislocazione del nucleo polposo è un processo che si verifica in molto tempo e non solamente in conseguenza ad un movimento oppure a quando compare il dolore.
Ma perchè risulta essere così invalidante e così problematica? Questa condizione risulta essere problematica in quanto una volta che c’è questa migrazione, questa va a dirigersi verso la zona dove emerge la radice nervosa determinando un’irritazione ed una compressione a questo nervo. Questo tipo di irritazione e compressione, quando si verifica a livello cervicale, determina una conseguenza anche agli arti superiori, determinando una cervicobrachialgia.
Le Cause
La fuoriuscita del nucleo polposo è da considerarsi come un’indebolimento delle strutture limitrofe che, a causa dell’età e della fisiologica degenerazione del disco intervertebrale, rendono possibile questa dislocazione.
Ma quali sono le cause che portano a un’ernia cervicale?:
- Posture errate mantenute per anni, soprattutto mantenute per tante ore (esempio in ufficio davanti ad un monitor)
- Sovraccarichi muscolari: lavori fisici faticosi possono portare a un aumento di tono muscolare della zona cervicale con conseguente usura delle sostanze molli. Questi sovraccarichi si possono manifestare o con delle contratture cervicali oppure con una sorta di rigidità di tutto il distretto cervicale.
- Tensioni fasciali
- Traumi ripetuti: passare molte ore sullo scooter, praticare sport di contatto possono, a lungo andare, danneggiare la struttura intervertebrale
- Ansia e stati d’animo alterati: persone con classico atteggiamento in chiusura anteriore, tendono ad avere una respirazione toracica con iperlavoro dei muscoli del collo che sono accessori nel movimento della respirazione; questo comporta ad uno spostamento anteriore della testa e del collo rispetto alle spalle, con conseguente spostamento del carico il quale, se non distribuito efficacemente, favorisce la formazione di una discopatia. Pensate che questi stati d’animo possono generare anche problemi di sbandamento che possono essere riassunte come vertigini da stress.
- Disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare: la zona cervicale è fortemente influenzata dalla “salute” dell’articolazione della mandibola e dalla qualità dell’apertura della bocca; un alterazione del movimento di questa può portare nel tempo a un sovraccarico funzionale. Tutte queste condizioni portano a un’aumento del tono muscolare nella zona determinando quindi maggior forza di compressione generando quindi il disturbo e il processo di erniazione.
Differenza tra ernia e protrusione
Prima di parlare dei vari sintomi che affliggono il paziente è bene fare anche chiarezza sulla differenza che avviene tra una protrusione discale ed un ernia. Infatti spesso giungono nel mio studio pazienti che soffrono di discopatia e non hanno ben chiara quale sia la reale diversità tra queste due condizioni che affliggono il disco intervertebrale.
Ma qual’è la differenza tra protrusione ed ernia?
Infatti queste due condizioni sono parte di uno stesso problema che però si identifica in differenti momenti: infatti il disco intervertebrale quando è in una situazione fisiologica sana, trova nella sua composizione un anello fibroso e un nucleo polposo localizzati nella posizione ottimale interposti tra una vertebra e l’altra (ricordo che fisiologicamente il disco intervertebrale è posto sotto un iniziale compressione).
Se però per una serie di motivi il disco comincia a soffrire, la componente fibrosa del disco comincia a deteriorarsi e a sfaldarsi, generando un indebolimento di una sua componente o parte.
In questa fase però il nucleo polposo è ancora in sede e mantiene la funzione di distribuzione delle forze sulle altre vertebre; in questa condizione la parte centrale del disco è ancora integra. Questa fase è chiamata protrusione discale e può accade che ci sia una compressione nervosa che però è determinata dall’anulus fibroso.
Se però gli agenti che hanno determinato questa deformazione continuano ad esercitare queste pressioni, avendo il disco già una sua debolezza, nei vari movimenti che il paziente fa la componente gelatinosa del nucleo polposo tende a muoversi e a dirigersi verso la struttura debole del disco fuoriuscendo dalla sua sede e andando a comprimere la radice nervosa. In questo caso parleremo di erniazione, cioè proprio la migrazione del nucleo polposo al di fuori della fisiologica posizione e andando quindi a dirigersi verso la zona di debolezza (andando spesso a creare una compressione sui nervi).
La cattiva posizione poi può generare che l’ernia non si diriga solamente lateralmente verso la radice nervosa, ma migri fuori dal disco andando ad intaccare il canale midollare: in questo caso parleremo di ernia espulsa che è una condizione piuttosto grave in quanto c’è stato anche l’intaccamento del legamento longitudinale posteriore (struttura molto forte che stabilizza posteriormente le vertebre) andando a creare anche un importante pressione alla struttura nobile del midollo spinale.
Sintomi Ernia Cervicale
Sono vari i sintomi che possono essere collegati a questo tipo di disturbo.
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Alcuni di questi sono:
- Formicolio al braccio
- Dolore alla muscolatura del braccio
- Risentimento alla scapola
- Scosse elettriche sul braccio
- Forte dolore al collo
Se vuoi puoi scoprire l’approfondimento dedicato ai sintomi dell’ernia cervicale cliccando sul link.
Ma tutte le ernie sono sintomatologiche?
Chiariamo bene un punto che è fondamentale da far capire a tutti i miei pazienti/utenti: non è detto che ogni ernia cervicale sia responsabile del problema che avete!
Mi spiego meglio: spesso giungono nel mio studio a Roma pazienti che hanno in mano delle risonanze magnetiche che mostrano delle discopatie al collo, affermando “Ho un disco cervicale erniato, è questo il mio problema!” e, nel mentre della valutazione del paziente, esce fuori che il suo problema non è assolutamente assimilabile all’ernia. Questo avviene perché fisiologicamente ogni paziente che ha superato almeno i 40 anni può presentare un fenomeno degenerativo della colonna cervicale/dorsale/lombare, ma non è sempre associato un particolare stato doloroso. Infatti come mostrato prima dalla tabella, se si prendono molti pazienti completamente ASINTOMATICI e li si fa fare una risonanza magnetica, sicuramente uscirà fuori nella stragrande maggioranza che ci sarà una qualche forma di ernia o protrusione discale senza però avere i vari dolori e disturbi.
La valutazione che eseguo all’interno del mio studio serve proprio ad evidenziare, in maniera clinica e con test evocativi, se la sintomatologia descritta e che lo fa giungere da me è associabile ad una forma di irritazione della radice nervosa ad opera di una discopatia oppure se nasce da una serie di squilibri muscolo-scheletrici (fortunatamente la stragrande maggioranza dei casi) che tendono a creare una sorta di infiammazione/blocco muscolare che genera dolore e fastidi su tutto l’arto superiore e sul collo.
Racconto di una paziente con ernia cervicale che c’è e non c’è
Ricordo molto bene la situazione di una mia paziente che giunge da me per una serie di problematiche dolorose al collo con associate delle vertigini e con una forte dolenzia che partiva dalla spalla e che scendeva lungo tutto l’arto superiore. Oltre a questa situazione era presente anche un importante deficit di movimento nel pollice e nell’indice, dove la paziente diceva “sento di dare il comando ma non si muove nulla…”. Ovviamente la mia attenzione si pone su tutto il distretto cervicale che risultava essere veramente messo male, con una grande asimmetria tra un lato e l’altro del collo, con la presenza di un atteggiamento del capo in flessione anteriore e con una storia di tante ore passate davanti ad un monitor.
Tra me e me comunque penso: “voglio andare più a fondo della situazione e voglio vedere eventualmente lo stato di salute dei dischi” in quanto sospettavo, dalla valutazione attenta a livello posturale e in base ai sintomi, che fossero presenti una serie di discopatie importanti che andavano ad irritare e creare compressione le varie radici nervose con relativa sintomatologia; nonostante ciò comunque nutrivo dei dubbi sull’eventuale presenza effettiva della compressione cervicale, pensando che fosse anche un problema legato ad un assetto globale errato dell’arto superiore e della cervicale. Ad avvalorare ancora di più i miei dubbi c’era anche un esame elettromiografico che non mostrava un particolare effetto di rallentamento del segnale dei nervi che erano correlati ai movimenti limitati descritti dalla paziente.
Suggerisco quindi alla paziente una risonanza magnetica che esegue in maniera molto celere che mostra…NIENTE! La paziente non aveva neanche il benché minimo segno di sofferenza discale a livello del rachide cervicale; inoltre non erano presenti neanche segni artrosici tali da poter pensare ad una compressione da parte di osteofiti.
Morale della favola?
Attraverso una correzione prima a carattere articolare delle superfici di contatto a livello cervicale, della spalla, gomito, polso e dita e poi dopo una serie di trattamenti muscolari propri a liberare tutto il sistema muscolo-scheletrico, la paziente non solo non ha avuto più fenomeni di sbandamento, zero dolore al collo e i movimenti delle dita sono tornati come quelli di anni prima.
Questa storia della mia paziente (persona adorabile) mostra come non sia sempre colpa di ernie (nel caso ci fossero) ad essere responsabili del dolore ma che un assetto errato delle articolazioni e della muscolatura avevano generato questa serie di problematiche.
Ernia C5-C6
Voglio un attimo focalizzare la mia attenzione ora su questo particolare tratto del rachide cervicale in quanto è proprio in questo distretto che si sviluppa la maggior parte delle ernie e delle discopatie a carico del collo.
Ma come mai?
Questo avviene in quanto la forza di gravità che agisce sul nostro corpo 24 ore su 24 tende a scaricare tutta la propria tensione a livello di quel distretto; inoltre se ci pensiamo, nel momento in cui sono presenti ulteriori alterazioni strutturali che riguardano le vertebre lombari oppure il tratto toracico, la colonna cervicale tende ad andare anteriormente riducendo la propria curvatura e andando verso una verticalizzazione cervicale o, nei casi più gravi, verso una inversione di curva cervicale.
Ho spiegato il meccanismo del cambiamento morfologico delle vertebre cervicali in quanto spesso avviene che tutta questa tensione posturale vada a scaricarsi completamente a carico del tratto C5–C6: questa zona è il punto in cui infatti per la conformazione della curva della colonna cervicale il disco è soggetto a maggior tensione anteriore. Questa forza posta a livello anteriore spinge il disco con una pressione che, nel corso degli anni, sviluppa una maggior tendenza alla rottura e allo sfaldamento della struttura fibrocartilaginea, andando quindi a determinare la fuoriuscita del disco proprio a livello C5-C6.
Nel caso in cui ci sia una compressione nervosa che si sviluppa proprio in questo distretto, ci sarà una tipica sintomatologia che partirà dal collo e scenderà lungo il braccio: più precisamente infatti l’area che comprende il territorio innervato dal nervo di C5 troveremo un dolore che sarà localizzato principalmente a livello del petto anteriore e che scende lungo tutto l’arto superiore nella parte anteriore per fermarsi nella zona del polso. Quando invece la radice interessata sarà quella di C6, il territorio che verrà colpito è nella parte superiore dell’arto superiore fino ad arrivare al pollice compreso. Vi mostro come questi territori possano essere utili per capire meglio e discriminare questo fastidioso dolore lungo il braccio derivante da una ernia C5-C6.
La Cura
Ovviamente l’approccio terapeutico per risolvere il problema cambia in base alla figura professionale medica che si consulta.
Se si parlerà con un neurochirurgo ovviamente per curare l’ernia cervicale il suo modo sarà quello di eseguire un intervento chirurgico abbastanza rischioso.
In realtà, a livello internazionale, la figura professionale più importante e più sicura per trattare questo disturbo è quello del FISIOTERAPISTA.
Esistono vari approcci e tecniche per risolvere l’ernia cervicale come per esempio:
- pompage cervicale
- tecnica Mulligan
- Manipolazioni vertebrali
- Tecnica Strain Counterstrain
- Allungamento catena cinetica posteriore con il metodo Mezieres
- Rinforzo muscolare
Se vuoi scoprire e capire bene i vari trattamenti da eseguire, ho scritto proprio una guida sulla cura per l’ernia cervicale.
Come dormire con l’ernia cervicale
Uno dei problemi principali nei pazienti che soffrono di ernia cervicale è sicuramente quella della notte: infatti è durante le ore notturne che il dolore si inasprisce e si percepisce più dolore e fastidio. Questo succede in quanto durante la notte c’è un cambiamento a livello organico della concentrazione di alcuni ormoni che, a livello muscolare e a livello dei tessuti molli, inasprisce la condizione infiammatoria che si è creata.
Quando quindi i miei pazienti mi chiedono: “Come devo dormire la notte per non avere dolore?” la mia risposta sicuramente è DIPENDE! Infatti la sintomatologia e la condizione specifica del paziente è individuale, quindi è difficile poter dire quale è la corretta posizione da assumere; per questo motivo ho scritto una guida proprio su come dormire con il dolore cervicale.
Quando logicamente mi si chiede quale cuscino comprare per questo tipo di problema, la mia risposta è sempre quello con materiale Memory foam: questo tipo di materiale molto famoso negli ultimi tempi ha la capacità non solo di donare un riposo eccezionale, ma anche attraverso la sua capacità di assorbire le pressioni, di accomodare il collo durante il riposo senza però contrastare e quindi accogliere la testa sul guanciale.
Per scegliere quindi nel miglior modo e secondo le vostre più gradite esigenze, ho creato una guida sulla scelta del cuscino per la cervicale in modo da potervi guidare nell’acquisto migliore.
Per quanto riguarda la posizione della testa sul cuscino, il mio consiglio è che la testa non sia poggiata sul margine inferiore del cuscino, bensì più in alto, in modo che venga posizionato sul guanciale anche una parte del collo; per avere un parametro più affidabile sappiate che il cuscino deve arrivare quando siete sdraiati fino alla base del collo, quindi nella zona sopra le scapole.