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Mastopessi cicatrici

cicatrice mastopessi
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L’intervento di mastopessi è un passo importante per ritrovare la fiducia in sé stesse. Ma il percorso non finisce con i punti di sutura. Introduce il “nemico nascosto”: la cicatrice non trattata, che può creare aderenze e rigidità.

Hai ottenuto la forma del seno che desideravi, ma ora la tua preoccupazione sono le cicatrici? Non sei sola. Nel mio studio a Roma tratto tantissime persone come te. Ma la buona notizia è che una cicatrice morbida, elastica e quasi invisibile non è questione di fortuna, ma del giusto percorso di recupero. E in questo percorso, il mio intervento esperto e preciso è il tuo alleato più importante.

Cos’è la mastopessi e perchè si formano le cicatrici

Vediamo intanto di che si tratta questo intervento, i tipi di incisione che il medico chirurgo esegue e l’iter che il corpo deve seguire per ricicatrizzare dopo la ferita.

Mastopessi

La mastopessi è un intervento chirurgico mirato a risolvere quel decadimento e quella discesa del seno conseguente al passare degli anni oppure dovuto ad un allattamento che ha modificato la struttura del seno della donna. Questa ptosi derivante dal rilassamento del tessuto mammario ha come obiettivo:

  • Rimozione della pelle in eccesso
  • Riposizionamento del complesso areola-capezzolo in posizione più alta
  • Ricreazione in maniera mirata ed omogena della forma mammaria
  • Mantenimento del peduncolo vascolare per preservare sensibilità e capacità di allattamento

Come spiegherò più in avanti, fondamentale dopo l’intervento di questo genere è l’intervento di un fisioterapista specializzato come me, in quanto l’intervento modifica l’architettura strutturale nella zona del petto e quindi è necessario guidare il recupero verso un percorso mirato funzionale e personalizzato.

Tipi di incisioni per la mastopessi

mastopessi interventoOvviamente durante i colloqui con il chirurgo, questo spiegherà, in base a ciò che trova, il tipo di intervento che andrà a fare e il tipo di incisione che vuole eseguire. i Parametri se scegliere un tipo oppure un altro verranno spiegati e verranno scelti anche in base alla preparazione, esperienza e tipologia di tessuto che il medico troverà nel paziente. Vediamoli brevemente insieme:

1.CICATRICE PERIAREOLARE (Tecnica Benelli)

Indicata per: ptosi lieve, lifting moderato

      • Caratteristiche: incisione circolare attorno all’areola
      • Vantaggi: cicatrice mimetica, meno visibile
      • Svantaggi per il recupero: rischio di retrazione areolare, necessita mobilizzazione precoceCICATRICE PERIAREOLARE (Tecnica Benelli)

2.CICATRICE VERTICALE (Tecnica “Lollipop”)

Indicata per: ptosi moderata

  • Caratteristiche: incisione periareolare + verticale fino al solco sottomammario
  • Problematiche post-op: maggior rischio di aderenze lungo il versante verticale
  • Focus fisioterapico: trattamento specifico della cicatrice verticale per prevenire retrazioni che va eseguito in maniera mirata e precisa con tecniche manuali specifiche

3. CICATRICE A T ROVESCIATA (Tecnica ad “Ancora”)

Indicata per: ptosi severa, grandi riduzioni

  • Caratteristiche: periareolare + verticale + orizzontale nel solco sottomammario
  • Complessità del recupero: maggiori aderenze, asimmetrie più probabili
  • Intervento fisioterapico intensivo: richiede protocollo strutturato e prolungato

Percorso di cicatrizzazione

La cicatrizzazione è un processo biologico complesso e fondamentale per la guarigione dopo una mastopessi. Si articola in quattro fasi, ciascuna con tempistiche e caratteristiche specifiche.

1. Emostasi e coagulazione (0–24 ore): subito dopo l’intervento, il corpo forma un coagulo per arrestare il sanguinamento. Le piastrine si attivano e rilasciano mediatori che avviano la riparazione. In questa fase il fisioterapista non interviene direttamente sulla ferita, ma può facilitare il drenaggio linfatico per prevenire congestioni.

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2. Infiammazione (1–5 giorni): l’area si arrossa e si gonfia per effetto della vasodilatazione. Neutrofili e macrofagi entrano in azione per rimuovere batteri e cellule danneggiate. Qui il fisioterapista può iniziare trattamenti delicati come il linfodrenaggio manuale per contenere l’edema e stimolare la microcircolazione.

3. Proliferazione (5–21 giorni): il corpo inizia a riparare: si forma tessuto di granulazione, nuovi vasi sanguigni (neoangiogenesi) e collagene tipo III, inizialmente disorganizzato. Questo è il momento in cui il trattamento fisioterapico può iniziare a orientare la formazione della cicatrice con tecniche specifiche.

4. Rimodellamento (da 21 giorni fino a 2 anni): il collagene disorganizzato viene progressivamente sostituito dal collagene tipo I, più resistente e funzionale. Le fibre si dispongono lungo le linee di tensione della cute. È la fase chiave per il fisioterapista: il massaggio cicatriziale, la mobilizzazione dei tessuti e il lavoro profondo permettono di prevenire aderenze, migliorare l’elasticità e guidare una guarigione ottimale. La finestra terapeutica ideale va dai 3 ai 6 mesi post-intervento. ATTENZIONE: Hai solo 6 mesi per ottenere risultati ottimali. Dopo questo periodo, aderenze e asimmetrie possono diventare permanenti.

Perché si Formano Problemi Cicatriziali nella Mastopessi

Dobbiamo secondo me suddividere i motivi per cui possono venire dei problemi nella cicatrizzazione e perchè è importante eseguire, come vedremo più avanti, una vera e propria riabilitazione mastopessi.

Fattori Chirurgici

Durante l’intervento uno delle caratteristiche che bisogna tenere conto, e che il bravo chirurgo contempla, è la tensione dei tessuti per il riposizionamento. Ovviamente ci sarà una eliminazione, ma ricordiamoci sempre che la pelle ha una sua linea di tensione e una sua capacità elastica ma va valutata bene prima e durante la mastopessi.

Altra cosa importante è che il taglio e la modificazione da parte del chirurgo genera un’ interruzione delle strutture fasciali con conseguente modifica dell’architrave del connettivo presente nella zona.

C’è in ultimo anche una modificazione della struttura mammaria e della sua zona limitrofa che possono generare alterazioni o cambiamenti nella cicatrice mastopessi.

Fattori individuali

Una buona cicatrizzazione avviene anche a caratteristiche personali che la paziente ha. Infatti la qualità della pelle intesa come età della persona, elasticità, idratazione sono caratteristiche che possono volgere in una buona o cattiva cicatrizzazione. I fattori invece che vengono adoperati nella cicatrizzazione hanno anche una predisposizione genetica alla cicatrizzazione e questa è difficile saperla prima dell’intervento.

Lo stile di vita invece è un fattore molto importante che sicuramente la paziente può prevenire e gestire; infatti se la paziente è una fumatrice oppure se ha un’alimentazione scorretta e infiammante è un qualcosa che non aiuta sicuramente.

Fattori Meccanici

Dopo un intervento del genere sicuramente è necessario stare attenti nei movimenti ed evitare Movimenti precoci non controllati come per esempio sollevare pesi eccessivi, portare in braccio un bambino nei primi tempi. Queste attenzioni sono determinanti per la buona riuscita di una cicatrice.

Purtroppo in tante pazienti che tratto, vedo a volte una mancanza del medico che l’ha operate, di un supporto adeguato post operatorio.

La paziente non è carne da macello! Va seguita anche dopo che si è saldato il conto dell’intervento!

Ma la cosa veramente fondamentale è che spesso c’è una assenza di fisioterapia specializzata  nella gestione e risoluzione di interventi come questi. Un fisioterapista specializzato ha la possibilità di aiutare e determinare un vero e proprio miglioramento effettivo dell’intervento e avere finalmente un seno bello e omogeno. Come tante pazienti vengono nel mio studio, la mia esperienza è anche il valore aggiunto per una cicatrice sana e pulita.

Perchè la fisioterapia precoce è fondamentale

Molti non ci pensano, ma l’intervento di mastoplastica additiva, mastopessi o un semplice rimodellamento del seno determinano un cambio importante nella struttura vascolare, venosa, fasciale e muscolare della zona del petto della paziente.

fisioterapia cicatrice trattamentoPartiamo innanzitutto con il dire che un trattamento manuale precoce sulla cicatrice ha un effetto fondamentale nel guidare la cicatrizzazione affinchè avvenga in maniera normale e senza formare cheloidi o cicatrici ipertrofiche come a volte succede nel cesareo.

Lo sapevi che il percorso fondamentale in cui la cicatrice recupera è dai 3 ai 6 mesi dopo l’intervento? Questo molto spesso il tuo medico non te lo dice, ma è bene che tu lo sappia.

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Il tuo medico anche non ti dice che dopo un intervento di mastopessi va fatta una vera e propria riabilitazione mastopessi perchè è facile trovare situazioni di aderenze, cambiamenti posturali del complesso della spalla ma anche delle asimmetrie.

Caso Clinico di Sara

Ricordo tempo fa avevo una paziente giovane, circa 24 anni, che si era rivolta a me tempo prima per un problema di mal di schiena e di bacino ruotato. Avevo conquistato la sua fiducia e mi dice che da lì a poco, per colpa dell’allattamento del suo primo figlio, si sarebbe sottoposta ad una mastoplastica additiva per ricreare il seno che ormai aveva perduto.

Quando l’ho rivista, passato un tempo tecnico che cicatrizzasse, ho trovato una situazione veramente pessima a livello di cicatrice per la mastoplastica additiva, con intorno al capezzolo una forma di cicatrice veramente alta e mal chiusa, ma oltre a questo anche una asimmetria importante del seno sinistro. Aveva la spalla che gli si proiettava tutta in avanti (con sicuro da lì a breve un dolore al trapezio) ma anche un seno sinistro più in alto e più teso rispetto a destra. Abbiamo dovuto fare manovre particolari per liberare il tessuto connettivo sotto la protesi, lavorare sulla cicatrice e riavere, dopo qualche seduta, un recupero completo della sensazione di normalità tra le due mammelle.
La volete sapere una cosa curiosa: quando la paziente chiese alla sua chirurga se doveva fare qualche cosa per questa asimmetria, lei rispondeva solo con un po’ di crema e che si sarebbe sistemato da sola. Fortunatamente Sara mi conosceva e si è affidata risolvendo in poco il suo problema.

Cicatrici sane e migliori

Le cicatrici migliori sono quelle che non si vedono neanche, morbide e che non hanno una sorta di rialzo.

Questo è possibile sicuramente se di base c’è una buona genetica e un buon lavoro del chirurgo…ma non sempre basta.

Sì perchè trattando queste cicatrici dopo mastopessi in maniera costante nel mio studio posso dire che quota parte del buon lavoro è dato da un trattamento mirato ad ammorbidire e guidare il percorso di cicatrizzazione del seno.

Esteticamente sono migliori le cicatrici dopo che sono state trattate ed infatti sempre più chirurghi che vengono a conoscermi grazie alle mie pazienti mi suggeriscono per altre donne che hanno fatto interventi simili.

I Problemi Post-Mastopessi che Richiedono l’Intervento del Fisioterapista

Aderenze cicatriziali e limitazioni funzionali

Le aderenze cicatriziali sono formazioni di tessuto fibroso che si creano durante la guarigione, “incollando” strutture che dovrebbero rimanere mobili tra loro.

Dove si Formano nella Mastopessi:

  • Aderenze cutaneo-fasciali: tra cute e piano muscolare pettorale
  • Aderenze periareolari: attorno al complesso areola-capezzolo
  • Aderenze lungo le linee di sutura: specialmente nella tecnica a T rovesciata
  • Aderenze profonde: tra ghiandola mammaria e parete toracica

Molte volte infatti le pazienti giungono da me con frasi tipo:

  • “Sento il seno come tirato quando alzo le braccia”
  • “Non riesco più a dormire a pancia in giù”
  • “Quando faccio stretching sento dolore al petto”
  • “Il seno mi sembra attaccato al muscolo”

difficoltà di movimento cicatrice mastopessiL’esito cicatriziale ideale non dovrebbe portare limitazioni nei movimenti di articolazioni o muscoli coinvolti – qui entra il ruolo fondamentale del fisioterapista!

Asimmetrie tra seno destro e seno sinistro

Questo può essere dettato da fari fattori come:

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  • Guarigione differente: ogni seno cicatrizza a velocità diverse
  • Tensioni tissutali diverse: distribuzione non omogenea delle forze cicatriziali
  • Aderenze asimmetriche: formazione irregolare del tessuto fibroso
  • Edema prolungato: gonfiore che persiste più da un lato
  • Apposizioni di protesi differenti

Questo si manifesta con asimmetria di forma (seno più tirato dell’altro), di posizione, di mobilità e di consistenza (seno più rigido dell’altro)

Quando questa differenza è molto marcata, innesca disagi psicologico-relazionali che possono condizionare negativamente la vita di una donna. Invece di stare meglio e di sentirsi più sicuri e più belli, si possono innescare reazioni differenti.

Perdita di elasticità dei tessuti

Questa condizione può avvenire in situazioni che vengono raccontate dalle mie pazienti come:

  • Pelle “cartacea”: tessuto che non si adatta ai movimenti
  • Perdita del “bounce naturale”: il seno non ha più la morbidezza originale
  • Rigidità mattutina: tessuti più rigidi al risveglio
  • Sensazione di “guscio”: come se il seno fosse racchiuso in una struttura rigida

Sensazioni di tiraggio e rigidità

Questa particolare sensazione può esser dettata dalla retrazione delle cicatrici che tirano i tessuti circostanti, generando anche un accorciamento fasciale e conseguente tensione muscolare compensatoria che viene adottata per meccanismi riflessi per proteggere l’area. Le donne riferiscono come

  • “Sento come se qualcuno mi tirasse la pelle quando mi muovo”
  • “Al mattino il seno è più rigido, poi si scioglie durante il giorno”
  • “Non riesco a fare movimenti ampi senza dolore”
  • “Sembra che abbia una fascia elastica troppo stretta attorno al petto”

Alterazione della sensibillità

Non è raro riscontrare una diminuzione o addirittura una insensibilità cutanea, calorifera e dolorosa nella zona dell’intervento e della cicatrice. Questo perchè durante l’operazione viene tagliata la componente di innervazione e questo in parte è normale nei primi mesi.

Ricordate però come nella zona del capezzolo e della cicatrice la sensibilità può essere anche elevata come dolore, ma il trattamento fisioterapico mirato avrà come obiettivo quello di ridurre il tempo di irritazione e favorire il ritorno alla normalità.

Come risolvo le aderenze e l’asimmetrie post mastopessi

Approccio manuale cicatrice mastopessiNel mio studio fisioterapico, che veniate per un problema di fisioterapia post mastopessi o per un problema di sbandamenti, la chiave è sempre una valutazione iniziale approfondita. Solamente attraverso questa saprò intervenire in maniera mirata e corretta dando il miglior supporto possibile e recuperare in fretta.

Il timing con cui si interviene in questo tipo di intervento o anche nella mastoplastica additiva è fondamentale, come è fondamentale identificare i problemi prima che possano evidenziarsi e rimanere tali per sempre.

Vi assicuro che tratto molti seni, ma come al solito ogni seno non è uguale all’altro per varie motivazioni, quindi inquadrare e creare un trattamento mirato ed esclusivo è fondamentale.

Il mio approccio è un tipo di visione olistica che permette di valutare la cosa su più punti di vista, facilitando la risoluzione non soltanto legata alla cicatrice della mastopessi, ma anche sulla funzionalità completa del distretto.

La mia è una prevenzione attiva per evitare futuri problemi ed evitando che questi si cronicizzino.

Accanto a questo trovo fondamentale anche istruire le mie pazienti ad eseguire anche a casa un po’ di stimolazione specifica che insegno durante la sessione di trattamento per continuare a lavorare in maniera sinergica.

Riguardo Daniel Di Segni
Daniel Di Segni
Nel mio Studio “Cervicale e Vertigini” di Roma, investo moltissime risorse economiche e professionali per permettere al paziente di avere una fisioterapia di qualità ed individuare il miglior percorso riabilitativo per la singola esigenza e situazione del paziente riducendo quindi il numero delle sedute fisioterapiche.

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