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Osteoporosi

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Cause dell’osteoporosi

Da quando si è bambini fino all’età di circa 30 anni, il corpo umano sviluppa il tono calcico che conferisce la resistenza ossea, permettendo quindi al corpo umano di fortificare lo scheletro e ridurre al minimo il rischio di fratture spontanee; i punti dove avvengono statisticamente più frequentemente queste rotture sono a livello della testa e del collo del femore, delle vertebre lombari e a livello del polso.

Superata la soglia dei 30 anni, avviene però un lento e inesorabile depauperamento della componente calcica nell’osso, dove il processo di rimodellamento osseo ( il meccanismo di creare nuovo osseo sostituendo quello vecchio) genera una condizione in cui viene tolto più osso rispetto a quello che si sostituisce, rendendo quindi le ossa più inclini all’insorgenza dell’osteoporosi.

 

gif vertebra osteoporosi

Sebbene quindi il processo di rimodellamento inizia da bambini fino ai 30 anni, nelle donne succede che con l’avvento della menopausa, si alza enormemente la quota di calcio sottratto alle ossa ogni anno, sia nella parte trabecolare che in quella corticale.

Questo avviene in quanto gli estrogeni femminili giocano un ruolo fondamentale nell’equilibrio tra osso “nuovo” e osso “vecchio”: l’azione di distruzione ossea è svolto da alcune cellule chiamate “mentre l’azione di formazione ossea è svolta dagli “osteoblasti”.

La riduzione dell’estrogeno durante la menopausa determina una maggiore azione degli osteoclasti, che nei primi anni dopo la menopausa può ridurre dal 2% al 3% della densità ossea (misurata grazie alla MO-C = Mineralometria ossea computerizzata).

Oltre alla menopausa, ci sono altre condizioni che possono favorire un’osteoporosi, che in questo caso chiameremo secondaria, e sono:

  • Disturbi endocrini: ipogonadismo, morbo di Cushing, ipertiroidismo, diabete mellito.
  • Malattia oncologica: mieloma multiplo, cancro metastatizzato, linfoma, alcolismo cronico
  • Disordini del collagene: Osteogenesi imperfetta, sindrome di Marfan
  • Disordini gastrointestinali: Malassorbimento e malnutrizione
  • Farmaci: terapia a base di glucocorticoide, chemioterapici, anticonvulsivanti

L’osteoporosi per gli uomini è una condizione meno frequente delle donne, in quanto non hanno la menopausa, ma potrebbero avere patologie come quelle sopraelencate che possono indurre ad una osteoporosi secondaria.

Diagnosi dell’osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia molto silenziosa, in quanto non fornisce segni o sintomi capaci di individuare questa condizione, fino a quando compaiono le fratture spontanee oppure a seguito anche di un urto banale e leggero.

Ci sono però alcuni esami da poter effettuare per monitorare la situazione ossea, prendendo come campione due distretti, i quali sono i più soggetti a fratture spontanee che sono il collo del femore e le vertebre lombari.

L’esame per monitorare tutto ciò è la MOC con la formula DEXA (Dual-energy X-ray absorptiometry), un esame indolore caratterizzato dall’emissione di due fasci di raggi X che vengono proiettati verso il tessuto osseo del paziente; il macchinario riesce a valutare la quantità di raggi che vengono assorbiti dal tessuto osseo, riuscendo quindi a quantificare l’eventuale riduzione di calcio nell’osso.

Ci sono due valori fondamentali in questo esame che devono essere monitorati e sono:

  1. T- score: Questo valore misura la variazione del tono calcico tra il paziente e i valori nel soggetto adulto sano.t-score moc
    Un valore di T-score al di sopra del -1 è considerato normale; un valore tra -1 e -2,5 classifica il soggetto come osteopenia; un valore al di sotto del -2,5 è considerato come osteoporosi. Per ogni deviazione standard di -1 dal T- score, c’è un rischio 3 volte superiore nella frattura dell’anca e 2,5 volte un4 rischio di una frattura vertebrale.
  2. Z- score: Misura la variazione tra il paziente e il gruppo di controllo della quantità di osso. Per gruppo di controllo si intende il valore delle altre persone che hanno lo stesso sesso, stessa età e stesso peso del paziente.

Trattamento dell’osteoporosi

Una volta ottenuta la diagnosi di osteoporosi, il trattamento è sia farmacologico che riguardo lo stile di vita, con un cambiamento delle attività di vita quotidiana del paziente.

Per quanto riguarda i cambiamenti che vanno apportati alla vita della persona osteoporotica, sicuramente va intesa una integrazione nella dieta di calcio e di vitamina D, capace di assimilare meglio a livello intestinale il calcio indirizzandolo verso le ossa.

anziani sport osteoporosiEsercizi e attività sportive sono di grande beneficio per le ossa, aiutando non solo a rinforzare la resistenza ossea, ma anche a prevenire le cadute con conseguenti fratture.

La terapia farmacologica invece si avvale di alcuni farmaci capaci di rinforzare il tono calcico delle ossa e di ridurre il riassorbimento osseo durante il tempo ad opera degli osteclasti, come i bifosfonati, cura di estrogeni,calcitonina ecc.

La fisioterapia e l’osteoporosi

Ma cosa può fare la fisioterapia contro l’osteoporosi? Sicuramente l’intervento riabilitativo è un aspetto predominante nel momento in cui avviene una frattura sia a livello degli arti inferiori sia a livello della colonna (meno frequentemente nell’arto superiore), ma può essere molto importante effettuare dei cicli di ginnastica posturale e ginnastica propriocettiva.

La ginnastica posturale con metodica Mezièrés aiuta a prevenire le deformità che con l’avanzare dell’età subentrano, aiutando non solo a riequilibrare il sistema muscolare, ma anche a ridurre al tensioni su alcuni distretti corporei che, se non trattati, potrebbero non reggere la continua tensione e subire una frattura.

La ginnastica propriocettiva invece aiuta molto nel controllare in maniera ottimale il proprio corpo, riducendo il rischio di cadute e rinforzando i muscoli in maniera globale, aiutando inoltre l’equilibrio e la dinamicità durante la vita quotidiana.

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Riguardo Daniel Di Segni
Daniel Di Segni
Nel mio Studio “Cervicale e Vertigini” di Roma, investo moltissime risorse economiche e professionali per permettere al paziente di avere una fisioterapia di qualità ed individuare il miglior percorso riabilitativo per la singola esigenza e situazione del paziente riducendo quindi il numero delle sedute fisioterapiche.

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