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Anatomia della caviglia
Prima di spiegare le cause e il corretto inquadramento della caviglia gonfia e dolorante è bene eseguire un breve inquadramento dell’articolazione della caviglia, permettendo quindi di capire meglio i meccanismi che possono portare a questa condizione.
La caviglia è l’articolazione distale dell’arto inferiore, permette un solo grado di movimento cioè la flesso-estensione ed ha come ossa che lo compongono l’astragalo (superficie superiore) e la parte inferiore della tibia e del perone.
Questo complesso articolare forma una sorta di mortaio che permette il movimento di flessione o estensione della caviglia, la cui stabilità è garantita da legamenti (Collaterali interni ed esterni ed i loro differenti fasci) e dalla capsula articolare che avvolge l’articolazione e permette anche la limitazione eccessiva dei vari movimenti.
Attraverso la caviglia, è possibile eseguire anche i movimenti di supinazione e pronazione con l’intervento e il coinvolgimento del comparto del piede.
Sulla caviglia intervengono alcuni muscoli che rendono molto mobile il comparto caviglia-piede, rendendo quindi estramamente importante questa articolazione; i muscoli che ci agiscono sono:
- Tibiale anteriore: permette il movimento di flessione dorsale del piede
- Tricipite surale: permette il movimento di estensione dorsale del piede
- Estensore comune delle dita: permette il movimento di estensione delle dita (coadiuva comunque con l’estensione della caviglia).
- Peroneo: permette la flessione di caviglia e l’abduzione combinata con la rotazione laterale del piede
- Tibiale Posteriore: permette l’estensione dorsale del piede, partecipando al mantenimento della volta plantare del piede
Caviglia Gonfia e cause
Sarà necessario eseguire una distinzione di carattere eziologico prima di spiegare quali possono essere le cause delle caviglie gonfie.
Il gonfiore a questa articolazione può provenire per motivi traumatici (includendo quindi le lesioni ortopediche), cardiologici (includendo i disturbi angiologici) e linfatici.
Trauma
Quando parliamo di trauma alla caviglia, questo è sempre accompagnato da un gonfiore: a livello di questa articolazione sono presenti molti capillari che devono lavorare contro gravità, cercando di mantenere una corretta circolazione sanguigna.
Quando avviene un trauma, come per esempio una distorsione di caviglia ma anche una semplice tendinite, la prima risposta che il nostro corpo attua è quella di generare uno stravaso di liquido a livello della caviglia, con conseguente dolore sia al tatto che durante la deambulazione.
L’edema quindi può derivare anche da uno o più traumi di vario genere che interessano sia le strutture capsulo-legamentose, o causate da fratture o contusioni. Spesso infatti in ambito ortopedico si assiste ad un gonfiore della caviglia in presenza di una rottura di uno o più malleoli (magari a causa di una distorsione della caviglia). Subito appena avviene l’incidente la caviglia comincia a gonfiarsi in zona perimalleolare e sul collo del piede, rendendo difficile anche togliersi la scarpa.
Motivi cardiologici
Spesso ne soffrono le persone anziane (soprattutto donne) che, sia per una ridotta mobilità, sia per concomitanti patologie cardiologiche, presentano un gonfiore persistente durante l’arco della giornata, che tende però a sparire quando si è distesi sul letto (magari alzando la zona delle gambe).
Vene Varicose
Questo disturbo è generalmente causato da una insufficienza venosa degli arti inferiori, i cui vasi non hanno più la capacità di far tornare indietro il sangue dalla periferia verso il cuore.
Le Vene Varicose, sono una condizione che prima si manifesta a livello superficiale con la comparsa evidente dei vasi sanguigni superficiali con gonfiore delle pareti vasali e con edemi alla caviglia e al piede, per poi presentarsi con alterazioni proprio dell’aspetto dell’arto. Questa condizione è molto rischiosa in quanto se non si interviene efficacemente può determinare una embolia polmonare.
Il sistema linfatico è il sistema di drenaggio dei liquidi che rimangono nell’organismo e che non vengono riportati al cuore con i vasi venosi. Questo sistema è molto importante in quanto permette il mantenimento in condizioni ottimali del liquido e dei vari distretti, riportando il liquido linfatico a livello della vena cava.
Scompenso cardiaco
Un altro disturbo molto serio derivante da un problema cardiologico è lo scompenso cardiaco, che si manifesta inizialmente proprio con una o entrambe le caviglie gonfie. Questo disturbo è causato da una insufficienza da parte del cuore di pompare adeguatamente il sangue: inizialmente l’organismo prova a compensare aumentando il ristagno dei liquidi nei vari distretti, cercando quindi di ridurre il lavoro della pompa cardiaca; se non riconosciuto presto questo può sfociare in un edema polmonare e causare la morte dell’individuo.
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Anche un disturbo della funzione renale può generare un ristagno di liquidi nella periferia e generare le caviglie gonfie.
Motivi linfatici
Un altro motivo che può generare un gonfiore agli arti inferiori e le caviglie è anche l’obesità. La formazione di grasso non è solamente “esterna” ma anche “interna”, infatti il grasso si va a depositare anche nelle aree che avvolgono ed entro cui passa la vena cava inferiore: quando è presente questa ostruzione, il gonfiore ai piedi è molto evidente e può generare ristagno venoso e rischio di embolia agli arti inferiori.
A volte però è presente un’alterazione della funzione dei linfonodi (magari per asportazione di linfonodi in pazienti con cancro) negli arti inferiori: questo genera un ristagno di liquidi che si vanno generalmente a depositare a livello del polpaccio e a livello della caviglia: a differenza dell’edema di origine cardiologica, questo tipo di disturbo risponde bene al trattamento manuale e, se trattato adeguatamente, può essere sconfitto completamente.
Il linfedema (questo è il nome del gonfiore con eziologia linfatica) può esser presente anche a causa di un’infezione (il sistema linfatico contribuisce nell’azione immunitaria) generando un dolore al di sotto della pelle e gonfiore tipico che risulta essere più morbido rispetto all’edema cardiologico.
Motivi accessori
Il gonfiore al piede e alla caviglia è quasi sempre presente durante la gravidanza a causa di un restringimento del lume della vena cava inferiore a causa del feto, rendendo quindi difficile il ritorno venoso e la formazione di edema agli arti inferiori.
Attenzione però durante la gestazione se il gonfiore è associato a dolori addominali, nausea e vomito e mal di testa, in quanto potrebbe essere il segno di una preeclamsia.
Un altro motivo che può generare un gonfiore agli arti inferiori è anche l’obesità: la formazione di grasso non è solamente “esterno” ma anche “interno”, infatti il grasso si va a depositare anche nelle aree che avvolgono ed entro cui passa la vena cava inferiore: quando è presente questa ostruzione, il gonfiore ai piedi è molto evidente e può generare ristagno venoso e rischio di embolia agli arti inferiori.
Esami da eseguire
Quando è presente una caviglia gonfia la prima cosa da fare è sicuramente andare a capire se è dipendente da un trauma oppure no.
Nel caso in cui si abbia avuto un trauma, è necessario sempre eseguire un RX per escludere una frattura.
Se la frattura non è presente, è buona norma, soprattutto dopo una distorsione di caviglia, eseguire un’ecografia in modo da indagare l’eventuale presenza di lesione legamentosa o capsulare, il cui trattamento sarà logicamente differente in base al grado di alterazione o rispetto ad una rottura ossea.
Se non è presente invece un trauma, in prima istanza è necessario recarsi presso un medico il quale analizzerà la condizione della caviglia, andando quindi a prescrivere alcuni esami specifici:
- Ecocolordoppler: questo esame ecografico permette di monitorare lo stato di salute delle vene e delle arterie, in questo caso degli arti inferiori. Controlla quindi l’eventuale presenza di varici alle vene e, nei casi più gravi, anche evidenziare un embolo agli arti inferiori.
- Ecocardiogramma: nonostante siamo “distanti” dalla caviglia, per i motivi descritti precedentemente, è bene controllare lo stato del cuore, attraverso un esame anch’esso ecografico, monitorando lo stato di salute del cuore, analizzando l’eventuale presenza di alterazioni valvolari o di insufficienza cardiaca.
Nel video qui sopra è possibile vedere un breve estratto dei vari parametri dell’ecocardiogramma, in questo caso in un paziente sano. - Linfografia: questo esame permette di monitorare lo stato di salute dei linfonodi e l’eventuale presenza di ostruzioni a questi.
Caviglia Gonfia: Rimedi
Prima di strutturare un determinato trattamento, è logicamente bene consultare un medico il quale avrà la possibilità di diagnosticare la causa del gonfiore e quindi indirizzare meglio il paziente sia sugli esami clinici da eseguire sia sul trattamento da conseguire.
Nel caso in cui sia presente un gonfiore alle caviglie per problematiche di origine cardiaca, generalmente il medico prescriverà un dosaggio di diuretici proprio per ridurre il ristagno di liquidi a livello delle estremità e aiutare il cuore a lavorare meglio.
La presenza di varici venose può indurre sia verso una indicazione chirurgica (generalmente viene trattata la vena safena) oppure attraverso l’utilizzo di calze elastiche che, a seconda del grado di importanza, verranno prescritte o a gambaletto o a collant.
Questo tipo di calza però va regolato in base alla compressione che si desidera: esistono varie scale e varie situazioni che il medico competente saprà indirizzare.
I miei pazienti si sono trovati molto bene utilizzando calze preventive per il gonfiore alla caviglia.
Spesso però capita che essendo questi dispositivi fatti di un materiale abbastanza duro e resistente, non è sempre facile riuscire ad infilarli, per questo sono stati inventati degli ausili proprio per permettere (magari a persone anziane) di essere autosufficienti e aiutarli per indossare queste calze.
Caviglia Gonfia e Fisioterapia
Come può la fisioterapia aiutare in condizioni di caviglia gonfia sinistra? Innanzitutto l’approccio manuale attraverso un delicato ed estremamente efficace linfodrenaggio permette ai pazienti di avvertire sin da subito un senso di leggerezza dall’arto, venendo quindi a mancare quel senso di oppressione presente sul piede e che risulta essere estremamente fastidioso ed invalidante.
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Oltre al linfodrenaggio è possibile eseguire anche un Taping drenante. l’applicazione cioè di nastro taping in modalità da permettere ai tessuti, attraverso il movimento, di ridurre il gonfiore (a prescindere da quale sia la causa del gonfiore).
Studi dimostrano come l’applicazione di questi cerotti in questa tecnica favoriscono non sono un maggior senso di leggerezza della caviglia, ma aiutano nel ritorno venoso.