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Frattura Vertebrale

Frattura Vertebrale
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Cosa è una frattura vertebrale?

Prima di spiegare i meccanismi che portano ad una frattura vertebrale, è necessario eseguire un breve riassunto anatomico della conformazione e della biomeccanica a livello della schiena.
Negli uomini sono presenti 24 vertebre suddivise in: 7 vertebre cervicali, 12 vertebre toraciche (o dorsali) e 5 vertebre lombari.
La conformazione è differente in base al livello in cui si trova, ma tutte (tranne le prime due cervicali) sono composte da un corpo vertebrale (su cui poggia il disco intervertebrale), due processi trasversi ad esso collegati attraverso i peduncoli ed un processo spinoso (il famoso bozzo  che si sente nella schiena).

Le vertebre si articolano l’una sull’altra attraverso i processi (o faccette) articolari

Possiamo eseguire una iniziale classificazione delle fratture: quelle che coinvolgono il midollo spinale (mieliniche) e quelle che non lo coinvolgono (amieliniche):  nel caso in cui ci sia un danno o un coinvolgimento del midollo, la situazione assume un alto grado di gravità e necessita di un’immediato intervento neurochirurgico per salvaguardare la salute del Sistema Nervoso.

Parliamo quindi di frattura vertebrale quando si assiste ad una rottura o coinvolgimento osseo di una vertebra, il cui trattamento dipende dalla zona lesionata.

Quali sono le cause di una frattura vertebrale?

Esistono due grandi cause che possono generare una frattura a livello vertebrale: l’Osteoporosi e i traumi (diretti o indiretti).

Le fratture per osteoporosi generalmente colpiscono maggiormente il sesso femminile in età senile, la cui causa è da ricercarsi nella rarefazione della componente calcica (soprattutto nella parte del corpo vertebrale) che rende incapaci le vertebre di sopportare il peso che grava loro. La perdita di calcio risulta fisiologica con l’avanzare dell’età, ma la cosa è più marcata nelle donne a causa della menopausa: il cambiamento ormonale che avviene nelle donne genera quindi una diminuzione di apporto calcico che si deposita nelle ossa, e quindi si va incontro ad un impoverimento progressivo della componente calcica delle ossa, la quale rappresenta la parte resistiva delle ossa.

Nel video quì sotto è spiegato molto bene come ciò avviene e quali sono i rischi per chi soffre di osteoporosi.

Nei casi invece di traumi, dobbiamo suddividere le fratture vertebrali in fratture dorso-lombari e fratture cervicali.

Fratture dorso-lombari

Rappresentano circa l’80% delle fratture vertebrali; si generano con un trauma indiretto (come una caduta sulle natiche) con un movimento di iperflessione, che genera una forza compressiva importante a livello del corpo vertebrale e anche, in alcuni casi, dei peduncoli o delle apofisi articolari (in questo caso parleremo anche di frattura-lussazione). Le lesioni ossee che coinvolgono il corpo vertebrale dobbiamo monitorare la situazione anche del disco intervertebrale, che nel caso in cui sia coinvolgo, si avrà una frattura discoarticolare.

Come già detto, una eventuale compressione a livello del midollo o di una radice nervosa rappresenta una complicazione importante che necessita di un repentino intervento

Fratture Cervicali

Fortunatamente sono più rare: quando coinvolgono le prime due vertebre cervicali se c’è una complicazione midollare si verifica la morte immediata. Generalmente avvengono per traumi che tendono a flettere bruscamente e schiacciare il rachide cervicale oppure caduta di testa (es. tuffi su fondali bassi). Ci sono condizioni come per esempio nel Colpo di Frusta in cui movimenti di brusca iperestensione del capo ci sia uno strappamento da parte dei legamenti longitudinali del capo di alcuni frammenti ossei che vanno considerati vere e proprie fratture cervicali.

Sintomi di una frattura vertebrale

Come abbiamo già detto, nel caso sia presente una complicanza di tipo neurologico, il trattamento e la sintomatologia sono di pertinenza neurochirurgica urgente; parleremo quindi in questa sezione delle fratture Amieliniche (senza coinvolgimento neuronale).

I sintomi di una frattura vertebrale sono quindi:

  • Dolore: è un dolore molto elevato (in una scala VAS da 1 a 10 con 1 senza dolore e 10 dolore massimo, generalmente si localizza con un punteggio molto alto, 8-9); è possibile evocare il dolore comprimendo il processo spinoso della vertebra sospetta, e la sintomatologia dolorosa verrà esacerbata.
  • Contrattura muscolare: Quando avviene un trauma a livello della colonna, il corpo attua un sistema di salvaguardia della zona, cercando di bloccarla il più possibile, attraverso una contrazione prolungata e permanente della muscolatura; questo induce un vero e proprio blocco articolare e muscolare, che a sua volta genera un dolore da contrazione prolungata e da attivazione di trigger point.
  • Rigidità del rachide colpito: il blocco muscolare genera quindi una grande rigidità nei movimenti, motivo per cui quando avviene un evento del genere le attività di vita quotidiane risultano essere estremamente difficili da essere svolte, a causa proprio della sensazione di rigidità e dal dolore stesso.
  • Deformità: Nel caso in cui la frattura sia molto importante ci può essere un atteggiamento di deformità del rachide: nel caso in cui la frattura sia a livello dorso-lombare si avrà una deformità ad angolo acuto.

Diagnosi di Frattura Vertebrale

La diagnosi di un dolore alla schiena non è così semplice come si può pensare: molti possono essere i motivi per cui si genera un fastidio a livello della colonna. Sicuramente per prima cosa viene richiesto dal medico che prende in carico il paziente di effettuare una radiografia: questa indagine permette di indagare le lesioni ossee e monitorare anche l’allineamento delle varie vertebre.

Come nell’immagine quì a fianco, è possibile vedere una frattura lombare del corpo vertebrale (verosimilmente per osteoporosi): è facile vedere come la componente interna dell’osso sia crollata e la conformazione sia completamente distrutta, soprattutto confrontandola con le vertebre sottostanti.

Un’altra indagine molto importante che può essere richiesta dal medico, per indagare con maggiore specificità la situazione vertebrale è una TAC (tomografia Assiale Computerizzata): questa indagine esamina in maniera minuziosa e stratificata la parte presa in esame, andando quindi ad analizzare anche i tessuti non ossei, per vedere se c’è qualche alterazione.

Trattamento di una frattura vertebrale

Una volta diagnosticata dal medico una frattura vertebrale, il trattamento può essere suddiviso in:

  • Chirurgico
  • Conservativo

Nel trattamento chirurgico è bene monitorare innanzitutto la modalità di lesione (se da trauma, da crollo osteoporotico, se per patologie tumorali), la localizzazione della frattura e se c’è un coinvolgimento a livello del midollo spinale oppure no.
Dopo aver considerato inoltre la possibilità di esecuzione di trattamento chirurgico (età del paziente, patologie concomitanti, condizioni generali ecc), il chirurgo sceglierà il tipo di trattamento che potrà essere o di stabilizzazione con placca e viti (in modo da poter bypassare il peso e stabilizzare la lesione) oppure attraverso una iniezione di cemento (nel caso di crollo vertebrale da osteoporosi per esempio) a livello del corpo vertebrale per “risollevare” la vertebra e ridurre al massimo l’intervento chirurgico.

Nel caso in cui si scelga il trattamento conservativo il tipo di approccio è più lungo, in quanto il paziente dovrà rimanere o completamente senza carico per un periodo che va da 1 a 3 mesi, oppure utilizzare un busto che permetta di attenuare il peso che grava sulle fratture.
Nel caso di lesioni a livello del rachide cervicale il collare da utilizzare sarà di tipo ortopedico, estremamente scomodo e bloccato per il paziente, che però avrà la tutela di avere immobilizzato la vertebra.

Nelle fratture dorso-lombari invece molto utilizzato è invece il busto chiamato C35, capace di bypassare il peso sulle vertebre, favorendo la guarigione.

Questo corsetto, acquistabile su Amazon acquistabile molto facilmente, è possibile scegliere la taglia del paziente, avendo garantito un ottimo sostegno della colonna per ridurre il dolore e aiutare nel periodo post-operatorio.

La fisioterapia per le fratture vertebrali

Ma come può aiutare la fisioterapia nelle fratture vertebrali?

L’intervento fisioterapico è estremamente importante ma che avviene in un secondo momento, dopo la diagnosi e dopo il trattamento scelto dal medico ortopedico o neurochirugico.
Molto importante sia se si sceglie l’approccio conservativo, sia nell’approccio chirurgico, quello di permettere alla schiena di recuperare l’elasticità e la mobilità dopo un tipo di lesione di questo genere. Estremamente adatto quindi è cercare di recuperare uno svincolo dei cingoli scapolari e pelvici, con esercizi mirati per recuperare il corretto movimento della schiena (qualunque sia la localizzazione del problema); cosa estremamente importante è anche il potenziamento della muscolatura che inevitabilmente si è indebolita a causa sia del trauma sia dall’immobilizzazione.

Inizialmente ci sarà sicuramente un aumento del tono muscolare riguardo ai muscoli profondi della colonna, i quali saranno sicuramente in spasmo.
Quindi è necessario riportare ad una condizione di normalità questi muscoli attraverso alcune tecniche riflesse e attraverso il trattamento di alcuni muscoli profondi come il diaframma o lo psoas. Quindi una volta che anche il blocco muscolare sarà calato, si potrà intervenire sia attraverso delle manovre con la fibrolisi meccanica sia con manovre di recupero della corretta mobilità.
Il tono muscolare in questo genere di infortunio è qualcosa che poi andrà recuperato in maniera ottimale e quindi sarà bene contestualizzare gli esercizi di stabilizzazione: questo servirà quindi a tutta la colonna di potersi muovere avendo delle basi ben solide e che hanno la capacità di non gravare anche sui tessuti molli (dischi, legamenti, tendini ecc.).
Un esempio che può esser fatto per chi è avanti con l’età è migliorare il core addominale (cioè il reclutamento e la stabilizzazione della colonna attraverso i muscoli localizzati nella parte addominale) incrementando quindi anche i carichi di lavoro in maniera progressiva; ovviamente il tutto deve esser seguito da un fisioterapista esperto e che saprà adattare i vari esercizi in base alla patologia e condizione del paziente.
Quì sotto avete un esempio di esercizi per migliorare la stabilità.

 

Possono essere anche utili per sciogliere eventuali contrattura che si possono esser generate della massoterapia dolce e della ginnastica posturale Mezieres (clicca qui se vuoi approfondire) per riequilibrare l’apparato muscolo-scheletrico. Il recupero della forza anche nelle braccia, soprattutto nei soggetti anziani, aiuta moltissimo per poter svolgere tutte le attività di vita quotidiane ma anche per aiutarsi nei movimenti che risulteranno essere sicuramente difficoltosi dopo questo periodo di trattamento.

 

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Riguardo Daniel Di Segni
Daniel Di Segni
Nel mio Studio “Cervicale e Vertigini” di Roma, investo moltissime risorse economiche e professionali per permettere al paziente di avere una fisioterapia di qualità ed individuare il miglior percorso riabilitativo per la singola esigenza e situazione del paziente riducendo quindi il numero delle sedute fisioterapiche.

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