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Mal di testa dietro la nuca

Mal di testa alla nuca: come stare bene
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Informazioni generali sulla cefalea

logo ihsIl fastidio legato ad un male alla testa nella regione posteriore deve essere inquadrato all’interno di un disturbo più grande che è quello delle cefalee: questo disturbo infatti è molto diffuso all’interno della popolazione e rappresenta una certa difficoltà nell’inquadramento diagnostico, in quanto questa situazione molto spesso presenta più di una causa scatenante.
É stato inoltre creata dall’International Headache Society (IHS cioè società internazionale sul mal di testa) una sorta di classificazione proprio sui vari tipi di mal di testa e sui criteri diagnostici che vengono utilizzati per formulare il corretto inquadramento medico.

Questo disturbo rappresenta un importante impatto sulla struttura socio-economica e lavorativa delle persone, le quali vedono proprio cambiare il proprio stile di vita in funzione degli attacchi /eventi di mal di testa.

Perché viene il mal di testa?

Chiariamo un concetto fondamentale: in questo testo andremo a parlare del mal di testa che viene chiamato “Cervicogenico” in quanto si è dimostrato come il rachide cervicale (inteso come zona del collo) abbia un ruolo importante nella sommazione di segnali dolorosi che determinano quindi per il cervello una situazione di forte stress che sfocia in un dolore alla testa.

nuclei trigeminaliSi è potuto riscontrare come una grande influenza nel mal di testa (specificatamente quello che compare dietro alla nuca) sia da attribuire al nervo Trigemino: questo nervo fa parte del V paio di nervi cranici (cioè quei nervi che nascono nella parte più profonda del cervello) e nasce nella zona del midollo allungato, dirigendo però parte delle sue fibre nell’area cervicale.

Questo nervo discende fino alla terza vertebra cervicale (C3) nella cui zona comunque arrivano tantissime afferenze  di altri nervi e di altri nervi cranici; in una situazione in cui il sistema nervoso Centrale presenta una minor selettività agli stimoli provenienti dalla periferia si viene a creare una specie di ingorgo informazionale nella zona, il quale si traduce poi in un dolore riferito nella zona occipitale (la nuca).
Molto importante quindi a livello diagnostico è capire quali sono le vie intasate nel distretto e come queste possano generare il mal di testa: la letteratura scientifica sotto questo aspetto ci viene in soccorso in quanto si è visto che, tutte le strutture presenti nel rachide cervicale superiore (C0-C1-C2) che hanno una innervazione interconnessa con le prime vertebre cervicali, possono contribuire a generare un mal di testa cervicogenico.

Ma veniamo quindi a parlare nello specifico della zona occipitale e come mai questa zona è spesso sede di una cefalea che interessa la nuca.

Come viene il mal di testa occipitale

Nella prima vertebra cervicale (C1) è presente un ramo del nervo (ramo dorsale) che dà origine al nervo Suboccipitale, il quale va ad innervare la giunzione tra la prima vertebra cervicale e il cranio. Già quindi una disfunzione che colpisce quest’articolazione (C0-C1) può indurre una cefalea nella nuca.

dolore alla nucaA livello della seconda vertebra cervicale invece nascono i nervi grande e piccolo Occipitale che vanno ad occuparsi della sensazione (e quindi del possibile dolore) della zona sia sottocipitale sia la zona compresa tra l’orecchio e la nuca.
Volete altre dimostrazioni della correlazione tra mal di testa alla nuca e rachide cervicali? Eccovi accontentati!
Sì perchè a partire dalla radice di C3 nasce il terzo nervo occipitale, il quale si occupa di andare a ricevere le informazioni sensoriali dell’articolazione di C2-C3; la cui zona, in caso di una qualche disfunzione meccanica, può indurre il dolore indovinate dove?

ESATTO! Nella zona della nuca!

Alcuni quindi mi chiederanno: ok Daniel, ma tutto questo ripasso di anatomia a cosa mi serve?

Serve a capire come può venire il mal di testa dietro la nuca e quali sono le strutture coinvolte nella gestione e nella risoluzione di questo fastidioso tipo di cefalea.

Nel mio studio infatti vengono eseguiti numerosi test cervicali per valutare il tipo e il grado di coinvolgimento del mal di testa, andando ad indagare oltre che con test funzionali, anche con test palpatori e muscolari come viene scatenato la dolenzia alla testa.

Sì perchè in questa già intricata situazione vengono coinvolti anche i muscoli del collo e della faccia: studi scientifici hanno dimostrato come il mal di testa dietro la nuca sia collegato in maniera indiretta ai muscoli in quanto, a seguito di disfunzioni articolari o di segnali dolorosi provenienti dalla zona, questi possano subire delle alterazioni per quanto riguarda il loro reclutamento.

I muscoli che spesso entrano in disfunzione sono sicuramente il trapezio superiore oppure lo sternocleidomastoideo i quali hanno la capacità di irradiare, attraverso l’attivazione di un trigger point all’interno delle fibre muscolari, proprio nella zona dell’osso occipitale.

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Ricordiamo inoltre come nella zona occipitale ci sia l’inserzione di molti muscoli profondi del collo che quindi creano, nella zona in cui si attaccano all’osso, una forte concentrazione di tensione tissutale che può portare al sistema nervoso un segnale di irritazione sfociante poi in un mal di testa nella zona.

Quali sono i fattori scatenanti?

Nel mio studio tanti pazienti mi dicono:” ma come mai mi è uscito sto dolore assurdo? Prima non avevo niente!”

Infatti a volte andare ad indagare quale sia il meccanismo che ha portato a questo strano dolore alla nuca è difficile e difficoltoso, in primis perchè i pazienti stessi hanno solamente la percezione della dolenzia nella zona, e non riescono a distinguere bene alcuni parametri che vengono richiesti in fase di prima visita presso la mia struttura.
Inoltre c’è da dire che sicuramente, essendo un processo che coinvolge più strutture come tessuti molli, muscoli, vertebre, vasi sanguigni ecc. non sempre è semplice diagnosticare come mai sia insorto questo fastidio; in fase di valutazione ogni dato anamnestico e funzionale che viene fatto.

Sicuramente nel momento in cui possa esser presente una condizione di pressione arteriosa alta, questa può manifestarsi attraverso un dolore che coinvolge il rachide cervicale, senso di pesantezza alla testa e anche dolore alla zona occipitale. Un fattore che sicuramente può già indicare come responsabile l’ipertensione è anche il fatto che questo genere di malessere ha un carattere pulsante, cioè viene percepito spesso in concomitanza/ sincronia con il battito cardiaco, andando quindi facilmente a collegare le cose.

Un’altro fattore che può indurre questo genere di malessere è quello del colpo di frusta: a seguito di un incidente automobilistico il rachide cervicale presenta un trauma legato al movimento molto rapido sia in flessione che in estensione, il quale va comunque ad irritare le strutture molli e nervose e a determinare un blocco della muscolatura paravertebrale del collo. Questo spasmo muscolare inoltre può indurre, oltre che un grande senso di rigidità e di malessere, ma anche una disfunzione meccanica alle vertebre cervicali che, andando quindi ad irritare la zona, indurre un fortissimo mal di testa dietro il cranio.

ufficio postura sbagliataSi possono annoverare sicuramente come fattore scatenante per il mal di testa sicuramente quello della postura errata assunta durante l’arco della giornata: infatti posizionare il proprio corpo davanti ad un computer per molte ore tutti i giorni rendono ovviamente il cranio e il rachide cervicale in una condizione di grande sofferenza, generando quindi non solo una serie di squilibri che coinvolgono i muscoli e i nervi, ma anche le strutture molli che compongono il distretto cervicale. Infatti ciò che viene compresso e che tende ad accorciare i muscoli localizzati esattamente sotto al cranio i quali, oltre a determinare un dolore riferito come mal di testa dietro la nuca, generano anche un forte senso di sbandamento e vertigini.

A volte alcuni pazienti mi chiedono: “c’entra qualcosa l’età avanzata con il comparire del mal di testa?”
La mia risposta è sempre: DIPENDE! Sì perchè non c’è mai una correlazione diretta, cosa che andrà valutata e affrontata dal medico neurologo in collaborazione specifica con il fisioterapista specializzato. Sicuramente una condizione di sofferenza a carico delle articolazioni cervicali, con situazione di artrosi cervicale e con la possibile formazione di osteofiti, può determinare ovviamente uno stimolo irritativo sulla zona con fenomeni sia legati alle vertigini sia legati a cefalea.

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Sintomi correlati alla cefalea in zona occipitale

Ovviamente questo tipo di disturbo è spesso associato ad una serie di manifestazioni cliniche ulteriori che il medico neurologo, in valutazione associata insieme ad un fisioterapista laureato specializzato in questo genere di disturbi, può giudicare se correlabili oppure no.

Infatti non è raro riscontrare in questo genere di situazione anche un senso di malessere che coinvolge tutto il sistema, con fenomeni di nausea e senso di sbandamento correlato.
Ma perché avviene questo?
Questo avviene perchè il rachide cervicale, essendo molto partecipe nella gestione di equilibrio, visione, udito e postura, inviando un segnale distorto e non corretto al cervello, induce questo a generare il disturbo del malessere che si esplica con senso di inappetenza, vertigini e nausea.

labirintite sintomiQuindi non solo giramenti di testa (cosa che vengono generalmente scambiati per vertigini legate all’orecchio interno) che di per sè sono già molto fastidiosi, ma anche senso di “galleggiamento” che, oltre a determinare una nausea, può proprio significare che la zona cervicale ha necessità impellente di esser trattata da mani esperte.

Generalmente quanto il mal di testa interessa la zona occipitale, va sempre valutato se è presente uno stato influenzale il quale, oltre a dare questo dolore, può anche febbre che però riguarda quindi uno stato infettivo ad opera di un virus o di un batterio e quindi il sistema sta combattendo l’aggressione patogena.

Come invece si è ben capito, una grande influenza sul distretto ce l’ha il collo la cui conformazione e la gestione posturale da parte del cervello, lo rendono sicuramente il primo indiziato sull’analisi per la valutazione e sulla strategia per curarlo efficacemente.

Seppur raramente, il fastidio può localizzarsi anche solamente nella porzione più laterale della nuca, quindi o da un lato o dall’altro: questo avviene perchè il rachide cervicale tende a sopperire ad un qualche disturbo muscolo-scheletrico attraverso l’inclinazione da un lato e dall’altro.
La situazione di accomodamento del rachide cervicale in inclinazione o in rotazione può avvenire in concomitanza con un fastidio che coinvolge l’articolazione temporo-mandibolare con la presenza o meno ad un dolore alla mandibola, la quale è strettamente collegata con il rachide cervicale alto.

Cosa succede se il mal di testa avviene durante la gravidanza?

gravidanza e mal di testaSappiamo tutti come nella donna che attende un piccolo bebè avvenga un grandissimo cambiamento di tipo ormonale, fisica e strutturale. Questo perchè comunque il corpo produce una serie di fattori endocrini capaci di modificare anche la struttura muscolare e tendinea, rendendo la donna più lassa a livello dei muscoli e dei legamenti. Questa lassità, se associata ad una maggior incidenza di disordini che coinvolgono la bocca, può portare molto spesso ad un dolore posteriore alla testa, causato da un’eccessiva tensione di alcuni muscoli che entrano in spasmo a causa dell’eccessiva lassità muscolare e legamentosa.

Inoltre questo tipo di situazione rende anche pressochè impossibile da parte del medico di poter somministrare eventuali farmaci in quanto potrebbero esser nocivi al feto, che comunque va tutelato.
Come vedremo successivamente nel paragrafo legato al trattamento, vedremo come attraverso tecniche molto avanzate di terapia manuale, anche le donne incinte potranno tornare a stare bene senza dover ricorrere a farmaci che spesso non aiuterebbero comunque.

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A chi bisogna rivolgersi

Ovviamente nel momento in cui ci si trova davanti ad un mal di testa riguardante la parte superiore del collo e che coinvolge anche la base del cranio, la cosa migliore è sicuramente quella di consultare un medico neurologo, il quale ha la possibilità di eseguire non solo esami neurologici per escludere situazioni ben più gravi, ma di eseguire anche indagini a carattere radiologico per indagare meglio.

Nel momento in cui però si è accertato che questo genere di fastidio è determinato dal collo e dall’influenza muscolo-scheletrica, la figura più importante con cui relazionarsi è quella del FISIOTERAPISTA il quale, attraverso un’attenta valutazione, saprà fornire in maniera sicura ed efficace il miglior trattamento per sconfiggere definitivamente il mal di testa dietro la nuca.

Rimedi per il mal di testa alla nuca

Ma veniamo quindi alla parte che forse è più interessante e più importante per i vari utenti/pazienti: la soluzione per il mal di testa occipitale.

Come si è potuto intuire durante il discorso sulla disamina del mal di testa, un fattore molto importante è la valutazione posturale e funzionale del distretto in esame, andando comunque ad eseguire una serie di test che possono dare con accurata precisione se c’è un coinvolgimento del collo e del grado di partecipazione di esso.
Un esame che eseguo molto spesso all’interno del mio studio è quello che è chiamato in ambito internazionale il “Flexion rotation test” cioè un test funzionale che viene eseguito dall’operatore fisioterapista: questo test è estremamente attendibile in quanto è capace di individuare con molta precisione una restrizione di movimento legata ad una disfunzione in rotazione del rachide cervicale alto. Questa informazione in ambito riabilitativo dà moltissime informazioni, in quanto permette di capire inoltre che, una volta liberato quel blocco articolare e funzionale, sicuramente il segnale doloroso che determina il mal di testa andrà sicuramente scemando.
Vi mostro quà sotto l’esecuzione del test cosicchè da poter vedere voi stessi l’innocuità e la semplicità di questo importante test ortopedico.

Ma veniamo ora ai mal di testa rimedi che ovviamente sono assolutamente naturali e che non utilizzano nulla di farmacologico per aiutare la situazione a livello della testa.

Le linee guide internazionali valutano il trattamento manipolativo (HVLA cioè High Velocity Low Amplitude Thrust) insieme alle mobilizzazioni come uno dei trattamenti più efficaci nella gestione del mal di testa in questa zona.

Attraverso una manipolazione ad alta velocità e bassa ampiezza è possibile indurre una serie di effetti neurofisiologici capaci di modulare nel cervello il segnale doloroso proveniente dal rachide cervicale. Solamente attraverso un’accurata valutazione e con una grande esperienza nel campo manipolativo è possibile andare ad eseguire questa manovra che per il paziente è assolutamente indolore e che produce quella cavitazione (il crack più comune) che tanto piace ad alcuni e che ad alcuni invece terrorizza.

Attenzione!Le manovre di questo genere non vanno a cambiare nulla a livello articolare, il suono che si sente durante la manovra manipolativa non è nient’altro che il collasso della pressione all’interno della capsula sinoviale a livello delle superfici di contatto tra le varie vertebre.

certificazione mulliganNel caso in cui invece il paziente presenti alcuni parametri in sede valutativa che rendono inadatto questo genere di manovra, la mobilizzazione rappresenta una valida alternativa alla manipolazione.

Con mobilizzazione però non parliamo della semplice movimentazione del collo (la quale se eseguita male può addirittura aggravare i sintomi da parte del paziente) ma di tecniche di terapia manuale molto avanzata secondo il concetto Mulligan (di cui io sono un operatore certificato).
Questo genere di terapia viene eseguita attraverso il movimento attivo del paziente il quale, con il carico corporeo, esegue i movimenti del rachide cervicale in maniera attiva.
Il fisioterapista deve riposizionare passivamente l’articolazione nella fisiologica posizione e mantenerla durante il movimento attivo del paziente: questo induce a livello delle strutture che monitorano la posizione delle superfici articolari un immediato abbassamento del segnale doloroso, in quanto il cervello capisce subito che si è riportato il tutto a stare bene (quindi diciamo a spegnere quei “campanelli di allarme” che stava inviando).

mobilizzazione cervicale

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Vi mostro una foto di come viene eseguita questa tecnica e di come viene fatto un lavoro pressochè chirurgico a carico delle varie vertebre, il tutto indicato per ridurre lo stimolo che genera il mal di testa.

Ovviamente questo genere di trattamento viene eseguito in primis durante la seduta riabilitativa presso il mio studio, ma poi è fondamentale comunque un lavoro che deve proseguire anche a casa del paziente: questo genere di autotrattamento riprende proprio il concetto Mulligan già precedentemente spiegato, e viene eseguito attraverso una cinta che il paziente deve usare durante la giornata per eseguire un riallineamento articolare con il movimento attivo.

Nel video quì sotto vi mostro come deve esser svolto il movimento con la vostra cinta/fascia per eseguirlo durante il movimento di estensione cervicale.

Come abbiamo detto, il rilascio della muscolatura e la disattivazione di eventuali trigger point è fondamentale nella presa in carico del paziente: infatti non si può escludere il rilascio della muscolatura contratta in caso di cefalea occipitale. Per questo motivo durante la seduta riabilitativa, attraverso una serie di tecniche manuali, il terapista dovrà permettere di allentare lo spasmo dei muscoli trapezio, sternocleidomastoideo, sottoccipitali e tutti quei muscoli che vanno ad inserirsi nella zona del cranio posteriore.
Il lavoro deve essere eseguito in maniera molto attenta, scrupolosa e precisa perché nella zona ci sono una serie di strutture nobili che, in caso di irritazione, potrebbero generare fastidi anche non piacevoli.

Una volta risolto il problema e ridotto il mal di testa, molto importante è anche la rieducazione posturale Mezieres per questo genere di fastidio: attraverso un allungamento globale che viene eseguito insieme ad una respirazione ad hoc, è possibile riallungare quel binario muscolare posteriore (che va dalla testa fino ai piedi) permettendo un riposizionamento articolare ed una importante riduzione della tensione muscolare, in questo caso a carico del rachide cervicale.

Se vuoi approfondire il discorsi metodica posturale Mezieres, clicca qui.

Riguardo Daniel Di Segni
Daniel Di Segni
Nel mio Studio “Cervicale e Vertigini” di Roma, investo moltissime risorse economiche e professionali per permettere al paziente di avere una fisioterapia di qualità ed individuare il miglior percorso riabilitativo per la singola esigenza e situazione del paziente riducendo quindi il numero delle sedute fisioterapiche.

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